Alta Fedeltà

Top five 2004 - 2005
a cura della Redazione

 
 
I migliori cinque film della stagione 2004 - 2005 secondo i collaboratori di Off-screen.


Francesco Rosetti
In ordine puramente memoriale
1) Collateral
Los Angeles è la vera e propria protagonista del film di Michael Mann e in effetti Collateral esibisce da subito la sua vocazione di "noir urbanistico": un intreccio labirintico di strade inondate di luce che sfondano l'inquadratura da ogni lato, una "rete scollegata" come afferma il killer di Tom Cruise. L'attenzione al dato ambientale serve a Mann per portare alle estreme conseguenze quella che già era una caratteristica fondante del noir classico: la città che si trasforma da spazio plasmato dalla razionalità umana a giungla urbana, inospitale e pericolosa. Mann trasforma quello che nel nero anni Quaranta era un dato esistenziale in decostruzione postmoderna degli spazi. Il viaggio di Cruise e Foxx in una macchina che sostituisce definitivamente la casa si svolge all'interno di un immenso non luogo, privo di centro come di periferia. Solo in un simile scenario da Apocalypse Now cittadina può svolgersi il serrato confronto filosofico tra Jamie Foxx e Tom Cruise, in cui i due protagonisti sono costretti a fare da specchio l'uno all'altro
2) Million Dollar Baby
Million Dollar Baby forma una paradossale diade con The Aviator di Scorsese, prescindendo dalle diverse strutture produttive, prova della straordinaria duttilità di Hollywood, della sua capacità di visualizzare tematiche simili da angolature formali differenti. In entrambi i casi abbiamo una figura registica di demiurgo che può assumere le vesti di un miliardario fobico o di un vecchio allenatore di pugili divorato dai rimorsi e dai sensi di colpa. Si può trattare di aerei, kolossal o pugili, ma certo l’ossessione della creazione assume la forma di una hybris e porta alla rovina chi se ne fa travolgere. Il rapporto tra Eastwood e la Swank non è solo un tenero, disperato rapporto padre figlia, ma soprattutto un rapporto regista-attore, la donna pugile non può esistere se non come risultato degli insegnamenti del suo allenatore. Consapevole della propria colpevolezza, Eastwood deve prendere coscienza della propria vocazione a costruire persone ed umiliarla definitivamente.
3) La mala educación
Il film di Almodóvar presenta sia il gioco dei doppi, come in Collateral, sia il rapporto regista-attore che diventa quasi un reticolo di giochi tra doppi, come nelle pellicole di Eastwood e Scorsese. In aggiunta Almodóvar disarticola totalmente la narrazione della trama. I due piani del film e del "film nel film" che dovrebbe funzionare da ricostruzione della memoria dei protagonisti e della loro identità, non riescono a ricombinarsi, anzi si intralciano l'uno con l'altro e non permettono alcuna ricostruzione temporale lineare. Contrariamente a Tutto su mia madre e Parla con lei, il desiderio sul quale si focalizza la narrazione è quello maschile, fondamentalmente manipolatorio e distruttivo.
4) 2046
I punti di contatto tra La mala educación e 2046 sono parecchi: l'utilizzo della struttura narrativa, dei picchi emotivi del melò, la frammentazione dello svolgimento temporale attraverso il montaggio, prima ancora che tramite il flashback, una figura di regista demiurgo, in questo caso uno scrittore, che non riesce ad uscire dal ricordo di una relazione. Almodóvar però non concede alcuna opzione di futuro ai suoi protagonisti, prigionieri dei loro traumi, Wong Kar Wai, in apparenza sì: il 2046, lo spazio senza tempo né memoria in cui si rifugia Tony Leung. Ma appunto questo futuro rimane in realtà un non luogo, un luogo della mente da cui fuggire per riappropriarsi del proprio passato, la grande madre, quello che per tutta la cinematografia di Hong Kong rimane la Cina. E proprio perché rinchiuso all'interno della dialettica di recupero di un passato irrecuperabile e dell'azione che prelude al futuro, Tony Leung perde la possibilità di nuove relazioni nonché la certezza del futuro stesso. E sullo sfondo si staglia la data del 2046, in cui Hong Kong tornerà alla madre Cina
5) Eternal Sunshine of the Spotless Mind
Tralasciamo l’orrido titolo italiano che qui eviteremo anche di citare, Eternal Sunshine of the Spotless Mind, lungi dall’essere una delle pellicole comico-alimentari di Jim Carrey, si lega perfettamente alla riflessione di Almodóvar e Wong Kar Wai sul tempo, la memoria e il desiderio. Qui, più che al melò, Kaufman e Gondry occhieggiano alla fantascienza e forse ai Coen e Lynch, con un tono più malinconico, ma l’effetto è sempre quello di personaggi che nell’oblio cercano di cancellare il proprio passato, con l’unico effetto di farlo lavorare all’interno dei meccanismi di rimozione. Il viaggio nella memoria di Jim Carrey diventa allora il tentativo di costruire il proprio futuro partendo dalla riscoperta del proprio passato, pena la riproposizione meccanica degli stessi errori e comportamenti già messi in atto nelle precedenti relazioni. Concepito come un viaggio nel cervello, il film si conclude come un viaggio del cervello e del corpo alla riscoperta di tutta la propria complessità, per liberarsi dai propri condizionamenti. Che questo compito non sia semplice o facilmente liberatorio lo dimostra il finale, un delicato gioco di immagini nella neve che, assediate dalla neve stessa, digradano in una malinconica dissolvenza in bianco.


Giuliano Tomassacci
1) Million Dollar Baby
Un altro dolente classico dal Maestro Eastwood. L’etica del mondo sommerso, dei vivi in ombra, dei non-morti reietti che tra di loro trovano espiazione, redenzione, voglia di vivere e morire.
2) The Village
Il confronto con il gotico-bucolico è per Shyamalan una prova di maturità complessa ma non incoerente con la sua passata lezione. Sopraffino il contributo musicale di James Newton Howard.
3) Collateral
Forse l’esito di Mann contenutisticamente più trattenuto e “corretto”. La forma filmica ne fa però un opera potente, senza pari.
4) Closer
Tre decadi dopo Conoscenza Carnale, Nichols non perde classe, senso critico e misura di messa in scena. Ancora un mirabile esempio di pièce cinematografica. Ottimi Owen e la Portman.
5) Polar Express
Probabilmente l’esito più debole e irrisolto di tutta la filmografia zemeckisiana. Ma il coraggio sperimentale del regista, che sa prendersi i suoi tempi e le sue responsabilità di cineasta all’avanguardia, non può passare inosservato. Perché, come Cameron e Mann, Zemeckis osa dove gli altri indugiano.

Sorpresa - Se mi lasci ti cancello
Michel Gondry è la più bella cosa che il mondo dei videoclip abbia offerto al grande schermo. Il suo cinema de-costruito è la materia di cui sono fatti i sogni.
Bluff - Man On Fire
L’apoteosi del packaging alla Bruckheimer. La fiera del precotto.


Adriano Ercolani
1) Collateral
Grazie ad un uso prodigioso del digitale, Michael Mann porta a pieno compimento il suo discorso di approfondimento semantico sull’immagine, continuando a lavorare sul genere ed i suoi stilemi precisi. Tutto il resto è lavoro di sottrazione, processo di stilizzazione sul senso e sul ritmo cinematografico. Il risultato è un’opera rarefatta e incandescente.
2) Sideways
Finalmente amicizia non spiegata ma soltanto raccontata, in una grande rivisitazione del buddy-movie. Payne stavolta ama i suoi Miles e Jack - i personaggi meglio scritti degli ultimi anni - e la sua regia si fa equilibrata e distesa, nella migliore lezione dei grandi classici. Siamo di fronte al Billy Wilder del terzo millennio?
3) Million Dollar Baby
Dalla macro-storia di Mystic River ad un dramma da camera doloroso e tagliente, con tre attori da antologia. Eastwood continua a sorprendere per la sua personale modernità. Come Michael Mann, continua ad asciugare il “suo” cinema ed a impreziosirlo: siamo davvero di fronte ad una nuova classicità.
4) Se mi lasci ti cancello
Charlie Kaufman si conferma il più geniale sceneggiatore in circolazione, soprattutto adesso che ha imparato a mettere anche il cuore dentro i suoi personaggi. Il resto lo fanno Kate Winslet e un Jim Carrey da muto inchino.
5) Il segreto di Vera Drake
La miglior arma di denuncia sociale al cinema? Il rigore estremo della messa in scena. Leigh affina al massimo la sua estetica, e regala alla Staunton un grande interpretazione. Questo film, pregio raro, parla direttamente alla singola coscienza.

Sorpresa - Lemony Snicket
La favola più elegante e malinconica dai tempi di Edward mani di forbice.
Bluff - The Aviator
No, non può averlo diretto Scorsese: al massimo, sir Richard Attenborough…


Marco Giallonardi
Una scelta sommaria e ristretta in un anno cinematografico che ha lasciato poche emozioni
1) Se mi lasci ti cancello
Le invenzioni visive del genio del videoclip Gondry unite al talento unico ed inimitabile del più originale screenplayer del pianeta Terra, Charlie Kaufman.
Sublime colonna sonora, brividi ed emozioni dall’inizio alla fine. Un capolavoro.
2) Le conseguenze dell’amore
Un film dolente e nichilista ma anche appassionato e divertente, fatto da un’amante di cinema che gioca ad eccitarsi con la macchina da presa, che ne violenta in ogni singolo piano i limiti e le possibilità. La scoperta di un autore ma anche di un attore, lo splendido Toni Servillo, e di un modo di fare cinema che finalmente si accosta al modello americano senza plagiarlo ma reinventandone lo stile con sensibilità ed intelligenza.
3) Million Dollar Baby
Finalmente un Clint Eastwood senza gratuità (o almeno con molti meno momenti ridicoli del solito), che fa di un tema delicato e sempre più contemporaneo come l’eutanasia il terreno per uno scontro morale emozionante, riuscendo a sintetizzare una carriera di regista e di interprete ormai al termine ed affiancandosi a Gli Spietati tra i suoi indiscussi capolavori.

Bluff - Parecchi a dire la verità, due in particolare:
Fahrenheit 9/11 di Michael Moore, spietato oggetto di propaganda che non evita di lasciare accesa la telecamera anche sulle lacrime delle madri o i rimpianti dei soldati tornati dal fronte, un errore imperdonabile che rivela la macabra e controproducente operazione pre-elettorale che lo ha motivato: agghiacciante, soprattutto perché a dargli la Palma D’oro è stato Quentin Tarantino
Collateral di Michael Mann, osannato da tutti come il primo passo verso la tanto agognata fusione cinema/digitale: io ho visto solo un filmetto scontato, con personaggi tagliati con l’accetta e poche invenzioni, legato ad inutili cliché che da almeno dieci anni si è pensato bene di riorganizzare, e soprattutto imparare a riderci su.


Piero D’Ascanio
L’ordine della cinquina è rigorosamente alfabetico
1) Le conseguenze dell’amore
Opera seconda, preziosa, dell’unico autore italiano capace di “fare cinema” ad ogni inquadratura. Gangster movie metafisico, di miracolosa ispirazione stilistica, non somiglia a nulla nel panorama nazionale contemporaneo. Ipnotico, abbagliante, memorabile.
2) Donnie Darko
Non potevamo non innamorarci delle gesta di Donald Darko. La carta vincente del trentenne Kelly nell’affrontare il genere sta innanzitutto in un coraggioso partito preso autoriale. Come dire, prendere l’horror sul serio (che poi è la lezione dei maestri). E qui la forma vola davvero alta, proprio mentre la storia colpisce al cuore.
3) Se mi lasci ti cancello
Lo sperimentalismo narrativo di Charlie Kaufman al servizio del Viaggio Nella Memoria di Joel Barrish. Le scenografie crollano, i personaggi scompaiono (ma sono popolati di “fantasmi” tutti i migliori film degli ultimi tempi). Forse, il più bel cast dell’anno.
4) Ferro 3
Attraverso una regia discreta ed elegantissima, il maestro coreano conduce un raffinato balletto intessuto di metafore, simboli, sottotesti. Una lezione impressionante di maturità cinematografica.
5) Million Dollar Baby
Un nuovo tassello del magistero classico eastwoodiano. “Nero” d’altri tempi nella prima parte, asciutto melodramma nella seconda, western in filigrana nel finale. Una scena segue l’altra, naturalmente, inesorabilmente: mai una smagliatura. Cinema fatto con le mani, grande cinema.

Menzione d’onore - Old Boy
Bluff - Birth
Sorpresa - La morte sospesa


Carlo Benedetto
Collateral
Esempio di incredibile forza espressiva data dall’ottimo connubio tra regia e sceneggiatura.
Million Dollar Baby
L’età, si dice, fa solo dei vecchi e non dei saggi. Per Clint Eastwood questo non vale. Ad una regia sempre più fervente si aggiunge la consapevolezza della maturità.
Ferro 3
Il regista Kim Ki-duk vendeva i suoi quadri per le strade di Parigi: praticamente un clochard. Forse vivere in questo modo può amplificare la fantasia, la soavità e l’incisività nel rappresentare momenti dell'esistenza.
Batman begins
La relazione tra la paura dell’individio e la paura della società sfocia in una velata critica all’America autodistruttiva post-11 settembre. Il regista Christopher Nolan ha la capacità di trascendere il fumetto senza tradirlo, cosa che non è riuscita a nessuno tra i moltissimi film recenti tratti da comics.
Closer
Un taglio particolare alla piéce teatrale alla base del film, una colonna sonora imposta dagli attori, la mano di un maestro.

Bluff - Eros
Irriverente verso un pubblico che si aspetta da tre grandi registi altrettante storie pari alle loro capacità, la ricerca dell’autorialità rende la narrazione forzatamente artefatta. Si salva in parte l’ultima storia (di Wong Kar-wai), interessante grazie allo stile e alla raffinatezza di messa in scena che ritroviamo nel bellissimo 2046.
Sorpresa - Immortal ad vitam
Alla regia Enki Bilal, l'autore del fumetto da cui è tratto il film - se film si può definire, considerando che cose e persone sono quasi interamente disegni digitali, eccezion fatta per alcuni personaggi. Storia complicata ma accattivante.


Claudia Russo
1) Million Dollar Baby
Semplicemente perché è un capolavoro. La luce della volontà e il buio del destino. Combattere, vincere, cadere. Ma soprattutto credere. In un sogno, un ideale, in se stessi. Indimenticabili prove interpretative di Clint Eastwood e Hilary Swank
2) Ferro 3
Per la grazia del miglior Kim Ki-duk. Per quei silenzi incolmabili e quell'amore incondizionato che viene dall'anima e non ha peso perché non è in alcun modo misurabile.
3) 2046
Perché ho goduto nel vederlo e mi ha lasciato la voglia di vederlo ancora e ancora...
4) Le conseguenze dell’amore
Per il pugno allo stomaco che solo Sorrentino tra i registi italiani sa sferrare così forte e preciso. Per la regia così viva e ben orchestrata con la bellissima colonna sonora.
5) Se mi lasci ti cancello
Per la genialità di Charlie Kaufman e la perfetta sintonia tra la sceneggiatura e la regia di Gondry. Perchè è un film intelligente su un tema fondamentale.
 
Sorpresa - Un silenzio particolare
Perché mi ha toccato. Dentro. E senza pretenderlo.


Luca Persiani
In ordine sparso
the Village
L'appello più dolce e accorato per un cinema autenticamente evocativo ed illusionista.
Se mi lasci ti cancello
Una sperimentazione narrativa avanguardistica con impensabili tensioni popolari.
Sideways
Quando, come e perché il cinema minimalista può essere forte ed intenso.
Collateral
Una sintesi linguistica di massima espressività e modernità.
gli Incredibili
La qualità del movimento come narratrice suprema.

Bluff - Batman begins
Nessuna tensione, pathos a zero e un debordante, bondiano côté pseudo-scentifico svuotano il mito senza straziarlo adeguatamente. Un Batman senza vera notte.
Sorpresa - Mysterious skin
Leggerezza, semplicità e pathos sembravano impossibili da trovare in un film di Araki: eccole invece in quello più intenso e riuscito.


Simona Frigerio
1) Ferro 3
Il cinema non ha bisogno di parole.
2) Million Dollar Baby
Eastwood poteva risparmiarsi la lingua mozzata.
3) Aurora
I registi posteriori non hanno inventato nulla.
4) Alla Luce del Sole
Per il coraggio di Faenza e perché la Mafia esiste.
5) Collateral
Grazie a Mann; sceneggiatura/dialoghi mainstream.


Stefano Finesi
In ordine sparso
1) Se mi lasci ti cancello
2) La sposa turca
3) The Aviator
4) Ferro 3
5) Shrek 2

In panchina - Sideways, Old Boy
Bluff - La foresta dei pugnali volanti
Sorpresa - Before Sunset
Nota - Colpevolmente non ho (ancora) visto, ma scommetterei su:
Mysterious skin, Last Days, La samaritana, Batman begins, Le avventure acquatiche di Steve Zissou, Clean, Triple Agent, Mare Dentro.


Luca Perotti
1) Million Dollar Baby
2) Collateral
3) Old Boy
4) The Assassination
5) Last Days

Bluff - Le conseguenze dell'amore
Sorpresa - Mysterious skin


Ilario Pieri
1) Donnie Darko
2) Neverland
3) Last Days
4) Le conseguenze dell'amore
5) Se mi lasci ti cancello

Bluff - Lei mi odia
Sorpresa - La febbre


Emanuele Boccianti
1) Le conseguenze dell'amore
2) Ferro 3
3) Se mi lasci ti scancello
4) Donnie Darko
5) Old Boy

Bluff - Sin City
Sorpresa - Sideways


Manuela Latini
1) Old Boy
2) Collateral
3) Se mi lasci ti cancello
4) 2046
5) Ferro 3