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Lars e una ragazza tutta sua 
Lars and the Real Girl, Usa, 2007
di Craig Gillespie, con Ryan Gosling, Emily Mortimer, Paul Schneider, Patricia Clarkson, Kelli Garner

Resurrezione al silicone
recensione di Stefania Leo



Pesa 56 chili, sembra una donna vera, capelli bellissimi, tette da paura. Quando Lars Lindstrom (Ryan Gosling) porta a casa di suo fratello Gus (Paul Schneider) e di sua cognata Karin (Emily Mortimer) la “real doll” Bianca, gli iniziali entusiasmi per questa attesa svolta nella vita sentimentale di un ragazzo, introverso fino all’invisibilità, si congelano sui volti dei due sposi. Lars cuce addosso a Bianca una storia incredibile, una vita umana che giustifica ogni aspetto del loro rapporto: dal come si sono conosciuti (“Ci siamo conosciuti su Internet”), del suo non poter parlare (“Non parla bene l’inglese”), non poter camminare (“è su una sedia a rotelle, ma gliel’hanno rubata all’aeroporto”), non avere dei genitori (“Sono morti entrambi”).
Gus e Karin chiedono consulto alla dottoressa Dagmar (Patricia Clarkson) che consiglia loro di far buon viso a cattivo gioco. Lars è chiaramente vittima di una nevrosi che gli fa percepire la realtà in maniera alterata. Aiutarlo significa assecondarlo: la sua famiglia e la comunità devono garantire il proprio supporto a Lars e Bianca. Così la real doll metà brasiliana e metà danese comincia a frequentare la chiesa, a far da manichino in una boutique e la volontaria in ospedale, sciogliendo il guscio di silenzio e invisibilità che Lars ha pazientemente costruito intorno a sé per anni, e risvegliando una comunità intorpidita del Midwest.

Lars e una ragazza tutta sua, secondo lavoro di Craig Gillespie dopo Mr. Woodcock e vincitore del premio del pubblico con voto unanime all’ultima edizione del Torinoff 2007, è un film lieve, che spinge al sorriso e alla riflessione. Ryan Gosling (the Believer), le Pagine della nostra vita, Stay, Half Nelson) conduce il suo personaggio in un’interpretazione perfetta, mai goffa, mai sopra le righe. Indossa il disagio di Lars con naturalezza e consapevolezza, custodendo dentro se stesso, in maniera nobile, il vero segreto della tristezza del protagonista. La morte della madre alla nascita, l’adolescenza difficile in casa con un padre dal cuore spezzato e una coperta: tutto questo ha cambiato Lars irrimediabilmente, portandolo a rifuggire il contatto fisico che lo fa urlare dal dolore. Gosling è composto nell’interpretare questa frattura sia nei sorrisi teneri sia nelle sequenze comiche, anche quando non si vorrebbe ridere ma proprio non se ne può fare a meno.
Gus e Karin, gli unici due membri della famiglia rimasta a Lars, rappresentano rispettivamente il pubblico (perplesso, incredulo e arrabbiato davanti alla follia) e il cinema (linguaggio e tecnologia narrativa che racconta la società, mediando la conoscenza). Gus non capisce, rimane spiazzato davanti all’inespugnabile Lars che continua imperterrito ad amare un manichino, si arrabbia, cerca di comprendere, si affida all’istinto per affrontare la situazione. Karin cerca di mediare, spiega a Gus come anche lei sia incerta ma come sia anche necessario andare avanti e stare accanto a Lars, seguire la sua storia. Emily Mortimer, ben distante dalla sofisticata e imbambolata moglie in Match Pointmatchpoint.htm), conferisce la forza e la tenerezza necessarie che fanno del personaggio di Karin un vero punto di luce nella storia di Lars. Ottima anche l’interpretazione di Paul Schneider (Elizabethtown, la Neve nel cuore, l’Assassinio di Jesse James) e di Patricia Clarkson (Good Night and Good Luck, Tutti gli uomini del re, Dogville, il Miglio verde): entrambi interpretano con sobrietà e calore il proprio ruolo, facendo da contro canto alla libera follia di Lars.

Lars e una ragazza tutta sua è un film incentrato sulla liberazione delle emozioni, dei personaggi e del pubblico. È un atto che si concretizza attraverso diversi passaggi, quasi tutti riferiti ad un oggetto che passa di mano in mano. Bianca e la coperta fatta per Lars da sua madre: i McGuffin, espedienti narrativo-oggettivi usati per creare suspence, sono due, entrambi importanti. Sono due catalizzatori di legami: Bianca riavvicina Lars alla sua comunità, la coperta lo tiene legato al suo vero essere, alla famiglia. La ricerca della verità su cosa significa essere adulti e la liberazione delle emozioni passa per gli oggetti, ma i sorrisi sono tutti reali, come quello di Margo (la bravissima Kelli Garner), la “real girl” che non ha occhi che per Lars.