Aprile 2004
a cura di Stefano Finesi
 
     
Mercoledì 21 aprile
Thierry Fremaux e Gilles Jacob, direttore e presidente del Festival di Cannes, annunciano ufficialmente la lista dei film in competizione quest’anno: si va da Michael Moore ai Coen, da Salles a Wong Kar-Wai, con tre film francesi, Assayas compreso, uno stuolo di orientali (Corea su tutti), e un solo italiano, Paolo Sorrentino con il suo Le conseguenze dell’amore. La sezione fuori concorso è ancora più travolgente, con Almodòvar, Godard, Kiarostami, Zhang Yimou, Tarantino, quest’ultimo anche presidente di giuria (che conta pure un inaspettato Tsui Hark). Le premesse non sono niente male. Per chi vuole: www.festival-cannes.fr.

Lunedì 19 aprile
Paul Schrader è furioso per il trattamento riservato al suo prequel de L’esorcista, Exorcist: The Beginning: dopo essergli stato sottratto dalla Morgan Creek per il poco gore presente nel film e affidato al più sanguigno Renny Harlin, sono saltate fuori ben due versioni del film, di cui solo quella di Harlin verrà distribuita nelle sale, mentre Schrader si troverà direttamente piazzato sugli scaffali dei dvd. “Sono molto orgoglioso del mio film”, sostiene, definendolo un “character-driven period drama”: è questo, probabilmente, che ha buttato nel panico la produzione.

sabato 17 aprile
La San Fernando Valley, culla del porno americano, è in rivolta: l’autorità sanitaria della California, dopo la recente scoperta di due attori risultati positivi al test dell’Aids, prende il toro per le corna e annuncia l’obbligo dell’uso del profilattico sul set, promettendo ispezioni e controlli a raffica. Attualmente, solo due delle duecento case produttive della Valley impongono il condom alle loro star, le altre, sul piede di guerra, annunciano un trasloco di massa, compresi i 6000 addetti del settore. Accodiamo alla notizia quella di un’altra trovata inquietante: la messa in commercio, nei sempre più puritani Usa, del lettore Dvd che censura parolacce e scene violente, invenzione sgradita perfino alle major più politicamente corrette. Allo stato delle cose, sarebbe divertente sperimentare un dvd porno con profilattico e parolacce censurate…

giovedì 15 aprile
Assegnati i David di Donatello, con incetta di premi non prevedibilissima da parte de La meglio gioventù di Giordana: si contenta Non ti muovere di Castellitto, con doppio premio ai due protagonisti e Cruz in lacrime, mentre esce a mani vuote (quindi esiste un Dio del cinema, magari Gibson potrebbe farci un film…) il plurinominato Che ne sarà di noi. La serata passerà comunque alla storia non tanto per la qualità dei film premiati o per l’accelerata sul glamour del tutto, quanto piuttosto per l’interruzione della diretta televisiva a causa delle notizie provenienti dall’Iraq (per inciso, i bei tempi delle edizioni straordinarie dei Tg cedono il passo all’onnicomprensività di Vespa…). Dopo il discorso di Benigni, che introduce un irrinunciabile Spielberg, Baudo, attonito, prosegue la serata a schermi spenti annunciando la futura messa in onda della seconda parte dello show. Che non ci andrà mai.

giovedì 15 aprile
Rinviato l’incontro tra Marco Muller, nuovo direttore della Mostra del Cinema di Venezia, e il cda della Biennale, con conseguente annullamento della conferenza stampa: ufficialmente per un semplice problema tecnico, secondo voci di corridoio, però, il fatto sarebbe legato a una polemica contro Muller innescata dal consigliere Valerio Riva, che riproverebbe al produttore un evidente conflitto d’interesse con il lavoro da svolgere alla mostra. Riva smentisce assolutamente, la riunione è rimandata al 27 aprile. L’elefante burocratico della biennale riuscirà a muoversi anche stavolta?

martedì 13 aprile
Annunciato l’incarico della presidenza di RaiCinema a Franco Zeffirelli, con immediata polemica sullo scavalcamento dell’avallo ufficiale del cda dell’azienda da parte di un’affettuosa telefonata del presidente del consiglio. Zeffirelli prenderebbe il posto di Giuliano Montaldo, il cui contratto risultava comunque scaduto dal novembre 2002: “Durante la mia presidenza - commenta l’interessato, - vorrei che cinema e televisione vivano fianco a fianco, con un grande, reciproco rispetto. Non sarò né un presidente di sinistra, né un presidente di destra. Non sono uno stalinista o un fascista”. In realtà, Zeffirelli non sarà un presidente e basta, visto che una settimana dopo deciderà di rinunciare per incompatibilità con i suoi impegni artistici…

lunedì 12 aprile
A dar retta alla rivista Première, che ha stilato un poderoso elenco dei 100 personaggi più amati della storia del cinema, il Don Vito Corleone di Marlon Brando batte tutti. Al secondo posto, imprevedibilmente, è Fred C. Dobbs, il cercatore d’oro impersonato da Bogart ne Il tesoro della Sierra Madre (ma come preferirlo al Rick di Casablanca?), mentre seguono a ruota la Scarlett di Via col vento, Norman Bates, James Bond, Annie Hall, Indiana Jones, Ellen Ripley (Alien), Jeff Spicoli (l’esordiente Sean Penn in Fuori di testa… mah!), l’artificiale Gollum de Il signore degli anelli. Brando comunque, è presente in classifica anche come Terry Malloy di Fronte del porto e come Stanley Kowalski di Un tram chiamato desiderio. Baciamo le mani…

giovedì 8 aprile
Secondo i dati Cinetel, La passione di Cristo conquista il record italiano di incassi giornalieri per un film uscito di mercoledì, con un clamoroso numero di spettatori oscillante tra 215 e i 250mila. La Eagle Pictures, che distribuisce il film nel nostro paese, gongola, ma intanto si moltiplicano le lamentele da parte degli esercenti che la accusano di aver posto pesanti condizioni al noleggio della pellicola, dalla percentuale troppo alta all’obbligo di una tenitura minima troppo estesa, per non parlare di quello di prendere in futuro altri film targati Eagle.
mercoledì 7 aprile
Esce nelle sale italiane, in concomitanza perfetta con la Pasqua, La passione di Cristo di Mel Gibson. Ci soffermiamo stavolta su una singolare iniziativa editoriale, dal momento che la casa editrice cattolica Ancona ha deciso di pubblicare un vademecum per aiutare i cattolici a comprendere meglio il film, un volumetto intitolato “La passione secondo Mel Gibson”: “E’ opportuno ricordare infatti – puntualizza l’editore - che quello che vedremo sullo schermo non è il racconto della passione di Cristo come risulta dalla narrazione dei Vangeli, ma la visione della passione secondo Mel Gibson”. Il fondo, però non è stato ancora toccato: su Vanity Fair di questa settimana, come recita la pubblicità sui giornali, troverete in omaggio proprio i Vangeli. Lo scopo? Sempre quello: capire meglio il film di Gibson. Gli apostoli non si sarebbero aspettati cotanto onore.

martedì 6 aprile
Assegnati dal Sindacato Critici i Nastri d’Argento, con schiacciante vittoria sugli avversari de La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana: tra gli altri, miglior film, regista, sceneggiatura e miglior cast al completo. Cantando dietro i paraventi si aggiudica tre premi tecnici e quello per il miglior soggetto, ricevuto dallo stesso Olmi, mentre scappa fuori un’inaspettata soddisfazione per Battiato, con il Nastro al suo Perduto amor come miglior opera prima. Un neo: Lost in Translation come inevitabile miglior film straniero (vabbè che l’avversario più agguerrito era Le invasioni barbariche…). La grande sfida del cinema italiano è rimandata alla consegna dei David di Donatello.

  lunedì 5 aprile
Urbani querela Report per la puntata che il programma di approfondimento di RaiTre ha dedicato alla nuova legge cinema, colpevole, a quanto sembra, di aver anche messo il naso nella misteriosa corsia preferenziale assegnata all’attrice Ida Di Benedetto. “Urbani può usare le parole che ritiene più opportune – risponde Milena Gabanelli, conduttrice di Report - io non mi metto a contestare le parole di Urbani. Lui ha usato le sue, io uso le mie. Quello che è andato in onda ieri sera - ha aggiunto - è sul sito e può essere visto da tutti quanti. Sgarbi ha detto delle cose, la Carlucci altre, Ida Di Benedetto altre ancora: hanno parlato loro, non è che le abbiamo dette noi. Su una puntata di un'ora sono stati tre o quattro i minuti incentrati sulla polemica. Oggi abbiamo ricevuto una quantità di posta da parte di molti: nessuno parla di Urbani, ma molti hanno detto di aver capito finalmente come funziona il meccanismo dei finanziamenti al cinema”. Dopo l’ostruzionismo del consiglio dei ministri, l’incazzatura degli addetti ai lavori e dei sindacati, la rivolta del popolo web per la politica antipirateria, questa legge si mette contro anche la televisione. E qui, forse, il gioco si fa duro…

sabato 3 aprile
Dopo il trionfo di critica per Kill Bill vol. 2, sembra che Tarantino stia preparando un prequel del film, ma nientemeno che come film d’animazione stile Anime, cioè alla giapponsese. Un assaggio era stato dato già nel primo capitolo, con l’infanzia di Lucy Liu rivissuta attraverso un delirante clip animato, mentre il nuovo progetto dovrebbe raccontare gioventù e formazione di Bill, reclutato da Hattori Hanzo per diventare uno spietato killer. Il regista ha inoltre intimato che potrebbe in seguito tornare anche sulla storia della bambina nera che nel primo film rimane orfana ad opera di una scatenata Uma Thurman, che la consola assicurandole che un giorno potrà vendicarsi a sua volta: chi non lo aveva sospettato?

  giovedì 1 aprile
Una polemica di vecchia data, destinata a rinnovarsi ciclicamente nell’eterno (giustificabile, ma inevitabilmente patetico) lamento del cinema italiano. È il produttore Mario Orfini stavolta a gettare il sasso, per il suo L’amore è cieco, diretto da Fabrizio Laurenti, con Massimo Ghini, Giuliana De Sio, Massimo Wertmuller: un film già pronto, testato con ben sette anteprime, ma senza distribuzione in sala. A condividere il limbo, una sfilza di pellicole come Fratella e sorello di Citti, A luci spente di Maurizio Ponzi, Il guardiano delle nuvole di Luciano Odorisio, E’ più facile che un cammello… della Bruni Tedeschi, e molti altri: la questione è sempre quella di non avere finanziamenti pubblici, televisioni, catene di sale alle spalle che possano permettere almeno una distribuzione minima. La questione, aggiungiamo, è sempre che c’è chi oggi in Italia controlla tranquillamente tutti e tre i canali.