Hulk

Elfman vs. Banner
di Giuliano Tomassacci

 
  Colonna sonora originale di
Hulk, USA, 2002
un film di Ang Lee, musica di Danny Elfman

E’ al suo imporsi come illustre punto di convergenza tra la più significativa tendenza mainstream in ambito film-music contemporaneo e il complicato periodo di mutamento artistico attraversato dal suo autore Danny Elfman, che lo score per l’interessante incursione fumettistica di Ang Lee deve buona parte del suo interesse.
Non certo per la partitura in sé, che, stretta - come il precedente lavoro del musicista texano per Spider-Man - tra le oppressive e sempre più logore (seppur ancora affascinanti) direttrici di scrittura "elfmaniane", si sottopone al materiale filmico con una puntualità ed un’efficacia ritmica collaudate e funzionali: talmente preminenti da concedere ben poco spazio a un commento di marcata originalità. La composizione di Elfman rivela però, già dal primo ascolto, una conformazione particolare e sotto alcuni aspetti addirittura inedita per la penna del musicista; un espletarsi biunivoco talmente preponderante da offrire istintivamente la possibilità di un doppio giudizio. Già in partenza, infatti, i primi movimenti dei titoli di testa (Main Titles) - strutturati nell’ormai accademica, intermittente e nervosa forma cara al compositore - portano alla luce un tema principale che da subito accende la propensione ad un’ambiguità non trascurabile: modellato su sei note discendenti affidate ai fiati, questo motivo presenta a suo sfavore una genericità di componimento e una versatilità insufficiente alle necessarie variazioni richieste dal lungometraggio ma, nello stesso tempo, esaminato al fianco delle immagini restituisce una perfetta controparte musicale alla trasformazione del protagonista Bruce Banner in Hulk proprio grazie all’impressione di ‘ingrandimento’ ed espansione conferita dal succedersi degli intervalli ripetuti in progressione.
Anche l’utilizzo insistito dei vocalizzi femminili (assegnati alla performance di Natacha Atlas), nonostante risultino sempre più tipizzati nella musica cinematografica, rendono buon servizio al personaggio femminile (Betty’s Dream) oltre ad offrirsi con successo all’impasto con sezioni percussionistiche tribali in segmenti di pura azione (Captured, Hulk’s Freedom). Ma il vero istigatore di un tale, duplice livello esaminatore rimane senza dubbio il ricorso all’esotismo del duduk, strumento dal sapore orientale che, affiancato al canto femminile in numerose sequenze del film, non può che risultare assolutamente sfasato rispetto all’ambientazione di sceneggiatura.
Eppure, anche e soprattutto in questo caso, lo sbilanciamento causato dal massiccio intervento dello strumento nei fondamentali sviluppi emotivi del protagonista sa accrescere la sensazione di straniamento dal contesto reale ed evidenziare l’incredibilità del mistero, emarginando il personaggio nella solitudine del suo personalissimo conflitto. Che si additi dunque il lavoro di Elfman come massima esemplificazione di musica per lo schermo debole e inconsistente (ribadendone la funzionalità), documento sintomatico del progressivo imprigionamento nel proprio stile di uno degli esponenti più originali (ma anche sopravvalutati) della musica da film americana o lo si lodi come coraggioso tentativo di scavalcamento dei canoni del genere, resta il fatto che la creatura di Stan Lee non ha certo messo a proprio agio il compositore, obbligandolo a ripensare, anche se solo in parte, il proprio tratto, già da tempo assuefattosi all’universo dei Supereroi; universo dal quale Elfman, tra l’altro, aveva già dichiarato in tempi tutt’altro che sospetti di volersi distaccare, proprio nel desiderio di cimentarsi in generi di nuovo stimolo. A complicare la situazione e ad incitare il musicista verso un approccio inconsueto, lavorando cioè "contro" il film piuttosto che assecondandolo, è sopraggiunto anche un regista indisposto - e quindi assolutamente volitivo - per il rifiuto operato dalla produzione nei confronti dello score proposto dal collaboratore di lunga data Mychael Danna, al quale Elfman è subentrato in post-produzione avanzata.
L’aver preferito Danny Elfman a Danna non stupisce affatto vista l’esperienza e la competenza maturata dal primo nel gestire musicalmente gli adattamenti cinematografici dei comics più disparati (oltre a Spider-Man fanno parte del carnet del musicista i primi due Batman di Burton, Dick Tracy, entrambi i capitoli di Men in Black e il tema per la serie televisiva "The Flash"). In questa competenza hanno prontamente riposto fiducia i produttori, di volta in volta più insicuri e necessitanti della ‘giusta’ musica, la più adeguata e vendibile - una strategia che inesorabilmente avanza incontrastata e che ha reso possibile la crescita esponenziale del fenomeno "rejected score" nella focosa estate hollywoodiana, erigendo The Hulk a stendardo del fenomeno e degnando quindi lo score in questione di quell’importanza aggiunta di cui si diceva in apertura.
Sotto il vessillo dell’opera di Ang Lee, si sono schierati, tra gli altri, la Maledizione della prima luna, dove l’iniziale opzione del regista Verbinski per il collaboratore Alan Silvestri è naufragata sulle coste di un tipico e solido commento "zimmeriano" a cura di Klaus Badelt, complice e artefice la pressione del produttore Bruckheimer, da sempre affezionato al sound Media Ventures.
Seguono i commenti per The Exorcist: The Beginning - musiche sottratte dalla mano di Michael Kamen e affidate a Christopher Young in quanto maggiormente navigato in ambito horror - e Tomb Raider: The Cradle of Life, per il quale la Paramount ha preferito correre ai ripari di Silvestri, specialista in ambito action, esonerando Craig Armstrong dall’iniziale incarico. In tutti i casi, comunque, una propensione alla standardizzazione e all’impeccabilità di confezionamento che, sebbene spesso regga al compromesso regista/produttore-compositore (su tutti, il successo d’incassi del film di Verbinski), inizia fatalmente a creare fenditure rilevanti, impostando, ad esempio, stimolanti match come quello “Elfman vs.Banner”: duelli che non sempre - fortunatamente - assicurano alle aspettative degli studios il ‘corretto’ prodotto.

Discografia relativa
The Hulk, original Score - Decca Records 475 098-2
Pirates of the Caribean, original score - Walt Disney Records
Tomb Raider: The Cradle of Life, original score - Varese Sarabande