Dimitri Tiomkin
The ‘Westerner’
di Giuliano Tomassacci

 
  Come la Germania (Waxman), l’Austria (Steiner), la Polonia (Kaper) e l’Ungheria (Rozsa) la Russia non fu avara nell’offrire alla Mecca del cinema un suo degno rappresentante da assoldare nella nascente comunità cine-musicale. Sebbene tutt’ora considerato artista controverso, spesso troppo incline alla commerciabilità dei suoi risultati e meno “impegnato” nello svolgimento dei suoi lavori rispetto ad altri colleghi, a Dimitri Tiomkin va senz’altro riconosciuto il merito di un necessario sdoganamento della propria arte nei confronti del grande pubblico e l’emancipazione dagli studios in favore di una concezione free-lance. Se a tale entusiasmo professionale si aggiunge un istinto creativo rilevante, non sarà difficile spiegarsi come Tiomkin vanti ancora oggi una fama impressionante e quasi esclusiva vista la sporadica attenzione rivolta al suo settore durante la Golden Age.

Cenni biografici
La carriera di Tiomkin nella musica da film fu assecondata, se non proprio marcatamente indirizzata, da alcune circostanze impreviste sulle quali il musicista non ebbe mai il pieno controllo. Siano stati essi più o meno drammatici, volontari o inattesi, sta di fatto che rileggendoli all’interno della sua biografia questi avvenimenti appaiono oggi come svolte fondamentali, sopraggiunte nell’iter artistico e personale del cineasta a scandire la sua vita in tre fasi principali.

Il Conservatorio e la sala cinematografica: studio e lavoro.
Dimitri Tiomkin nasce a KremencÎug, Ucraina, il 10 Maggio 1894. La sua famiglia gode di ottima salute economica, vista la distinta carriera medica del padre, un assistente del Prof. Ehrlich, responsabile di una delle più significative cure alla sifilide. La madre, a differenza del marito, apprezza la musica ed impartisce al figlio le prime lezioni di pianoforte che velocemente svilupperanno in lui, oltre ad una acuta passione per l’arte melodica, una predilezione per lo strumento. Ne consegue, nel 1912, l’iscrizione presso il prestigiosissimo Conservatorio di San Pietroburgo sotto l’autorevole ala di musicisti quali Felix Blumenthal (pianoforte) e Alexander Glazounov. Da quest’ultimo, allora direttore della roccaforte musicale, Tiomkin riceve un’istruzione classico-romantica, largamente basata sulla tecnica della ‘fuga’ – una cifra destinata a diventare fondamentale nei suoi futuri lavori cinematografici. Subentra a questo punto la prima svolta nella direzione dello show business. Conciliando la pratica pianistica con il bisogno di sostentamento economico l’adolescente musicista trova infatti impiego in alcune sale cinematografiche, provvedendo, come d’uso, all’accompagnamento musicale delle immagini con il pianoforte. Sorpassando il mero commento solitamente richiesto dagli esercenti, Tiomkin si adopera in un precoce gioco di sincroni con il fotografico riscuotendo il consenso del pubblico; la sua attinenza con il nuovo mezzo inizia a farsi intravedere, ma il giovane è ancora preso dal sogno di una carriera concertistica.

L’influenza di Albertina
Conclusa la rivoluzione russa, Tiomkin si trasferisce con il padre, da poco divorziato, a Berlino; la convivenza tra padre e figlio non sembra però funzionare e il ragazzo preferisce continuare autonomamente la carriera pianistica. Nella capitale della musica sinfonica il musicista forma un duo con il pianista Michael Kariton proseguendo nel frattempo i suoi studi con Petri, Zadora e, in particolare, con Ferruccio Busoni. Un tour parigino con Kariton si rivela favorevole e i due vengono scritturati da una compagnia di vaudeville newyorkese. Nella Grande Mela Tiomkin conosce Albertina Rasch, ballerina e coreografa austriaca con la quale convola a nozze nel 1925; l’influenza della Rasch sul compositore si dimostra subito importante.La donna sprona infatti Tiomkin a rimettersi in proprio e il risultato più significativo di questa scelta non tarda ad arrivare: nel 1928 il musicista esegue la premiere parigina del Concerto per Pianoforte in Fa di Gershwin riscuotendo notevole successo. Tornato in America l’anno successivo Tiomkin è costretto a fronteggiare le difficoltà lavorative imposte dalla Depressione; la consorte lo consiglia alla MGM, dove lavora come coreografa, proponendolo come compositore di balletti per vari musical. Lo studio accetta e Tiomkin si trasferisce ad Hollywood, musicando piccoli balletti per produzioni come The Rogue Song, Devil May Care e Our Blushing Brides. Durante la Seconda Guerra Mondiale musica inoltre una ventina di documentari bellici in veste di musical director del Signal Corps.

Un osso rotto, e il cinema ha la meglio
Dal musical al cinema il passo è piccolo, e quindi, nel 1931 Tiomkin affronta la sua prima esperienza come compositore per il grande schermo. Il film è Resurrection, l’anno il 1931, e il compositore viene assoldato vista la matrice russa del progetto, tratto da un lavoro di Tolstoy. Alternando al suo nuovo impiego la sempre amata carriera di pianista, Tiomkin si propone anche per le musiche di Alice in Wonderland (Alice nel Paese delle Meraviglie, 1933, di N.Z.Mcleod) ma il successo arriva solo con Lost Horizon (Orizzonte Perduto, 1937), film che sigla inoltre il fondamentale connubio con il regista Frank Capra. Richiestissimo sia dal cinema che dagli ambienti concertistici, il musicista è infine costretto, suo malgrado, a capitolare per l’industria hollywoodiana: un incidente alla mano destra indebolisce le sue doti virtuosisitiche al piano, impedendogli per sempre di riavvicinarsi all’esecuzione.
A guadagnarci è senza dubbio il cinema: dedicandosi completamente alla settima arte Tiomkin produce risultati importantissimi e spesso inarrivabili, dimostrando grande attenzione non solo per l’aspetto contenutistico e formale dei suoi film ma anche per quello più consumistico, legato alle strategie commerciali. Viene candidato dall’Academy 23 volte, vincendo 3 Oscar. Nel 1959 pubblica la sua autobiografia “Please Don’t Hate Me”. Dopo la morte della compagna Rasch, nel 1968, si trasferisce a Londra e nel ’72 si risposa con Olivia Cynthia Patch. Insignito della Legione D’onore, al momento della sua morte, avvenuta nel Novembre del 1979 per complicazioni al bacino dovute ad una caduta, aveva musicato circa 140 lungometraggi, per l’ultimo dei quali, Tchaikovsky, era stato anche produttore esecutivo.

Opere e forma
Ricevendo la sua seconda statuetta per The High and the Mighty (Prigionieri del Cielo, 1954, di W.A.Wellman) Tiomkin, alla cerimonia di premiazione dell’Academy, si produsse in un’involontaria scena comica ringraziando Beethoven, Brahms, Wagner e diversi altri fondamentali autori. La sala scoppiò in una fragorosa risata credendolo uno scherzo provocatorio nei confronti della critica che da sempre accusava i compositori cinematografici di attingere indegnamente dal repertorio classico. Eppure la dichiarazione di gratitudine del compositore russo, a quanto sembra sincera e tutt’altro che ironica, è autenticata dalla sua scrittura fortemente debitrice degli impulsi classici da cui il Nostro proveniva. La sua musica riflette pienamente le peculiarità del sinfonismo russo e francese a cavallo del diciannovesimo e ventesimo secolo, e in particolare i principali insegnamenti di Glazounov e Busoni: il romanticismo melodico e la rigidezza della forma. Queste componenti sono soprattutto evidenti nelle pagine scritte per i film di Hitchcock (Tiomkin fu, rispetto ad Herrmann e insieme a Waxman, l’altro grande collaboratore del maestro inglese) dominate in prevalenza dal sentimentalismo degli archi; si ricordano a tal proposito gli score per Strangers on a Train (L’altro Uomo, 1951), I Confess (Io Confesso, 1953) e l’interessante Dial M for Murder (Il Delitto Perfetto, 1954) per il quale il musicista inserì nella partitura il trillo di un telefono. Altra importante collaborazione fu quella con Frank Capra; dei notevoli traguardi raggiunti dai due vanno ricordati Mr.Smith Goes to Washington (Mr. Smith va a Washington, 1939) e il capolavoro It’s a Wonderful Life (La Vita è Meravigliosa, 1947). La mano di Tiomkin ha toccato e benedetto diversi generi, dal peplum (The Fall of the Roman Empire - La Caduta dell’Impero Romano, 1954, di A. Mann) al bellico (The Guns of Navarone - I Cannoni di Navarone, 1961, di J. Lee Thompson), dal dramma intimista (The Old Man and the Sea - Il Vecchio e il Mare, 1958, di J. Sturges ) al biopic storico (Cyrano De Bergerac, 1950, di M. Gordon). Quello in cui però fece effettivamente la differenza fu il western, impadronendosene totalmente e definendone i canoni musicali. Per pellicole come Gunfight at the O.K. Corral (Sfida all’O.K. Corral, 1957, di J. Sturges), Rio Bravo (Un Dollaro d’Onore, 1959, di H. Hawks), Red River (Il Fiume Rosso, 1948, di Hawks), Duel in the Sun (Duello al Sole, 1946, di K. Vidor) e diversi altri ancora Tiomkin ha scatenato uno stile vigorosissimo caratterizzato da ritmiche poderose dense e pulsanti affidate alle percussioni e ai fiati, alternate ad aperture melodiche di ampio respiro spesso sorrette dall’uso dei cori. E’ in questo genere che il musicista sfrutta al meglio le fughe apprese alla corte di Glazounov e introduce l’utilizzo di ballad-song per i titoli di testa e i temi principali. High Noon (Mezzogiorno di Fuoco, 1952, di F. Zinnemann) è il primo film che gli accredita questo merito (o, vista la conseguente degenerazione di tale tendenza, la colpa): la canzone “Do Not Forsake Me Oh My Darlin”, scritta in collaborazione con Ned Washington, diventa subito un successo e ben presto schiavizza il compositore, da quel momento continuamente interpellato per la stesura di theme-song (si ricorda anche “The Green Leaves of Summer” per The Alamo - La Battaglia di Alamo, 1961, di J. Wayne). Sebbene restio all’uso di musica sperimentale nelle sue partiture, Tiomkin si è confrontato egregiamente con sonorità dissonanti e raggelanti nel fantascientifico The Thing (La Cosa da un altro Mondo, 1951, di C. Nyby) orchestrando lo score prevalentemente per fiati e ottoni, cinque gruppi di percussioni, due pianoforti, tre arpe, Ondes Martenot e un organo elettrico, raggiungendo esiti impressionanti.
Dimitri Tiomkin - che amava ricordare come sue migliori partiture quelle per Lost Horizon, The Moon and Sixpence (La Luna e Sei Soldi, 1942, di A. Lewin) e I Confess - aveva pienamente compreso il senso e l’importanza della propria arte: la sua determinazione nel pretendere dai produttori più tempo per la stesura dei lavori e la sua meticolosità di composizione, nonostante il brevissimo tempo con cui era in grado di chiudere un film, offuscano le leggerezze di sapore commerciale dalle quali casualmente fu tentato.

Il compositore cinematografico, come ogni artista, deve lavorare senza limitazioni. Anche se inventivo o pieno di risorse, deve sempre essere disciplinato. Un film è un lavoro collettivo e il contributo del compositore deve enfatizzare, non dominare.”
Dimitri Tiomkin

Discografia relativa
The Fall of the Roman Empire, original score – Cloud Nine Records ACN7016
The Alamo, original score – Sony Legacy
The Old Man and the Sea, orignal score – Varese Sarabande
The Western Film World of Dimitri Tiomkin – Unicorn-Kanchana UKCD2011

Premi Oscar
High Noon (1952, anche miglior canzone)
The High and the Mighty (1954)
The Old Man and the Sea (1958)