Luglio 2004
a cura di Stefano Finesi
 
     
  giovedì 15 luglio
Microsoft, Intel, Sony, Disney, Warner Bros., ovvero il gotha dell'industria tecnologica e cinematografica, hanno raggiunto un accordo che consentirà a chi acquista un dvd di copiarlo per poterlo leggere sul computer di casa o su apparecchiature portatili. Il gruppo darà il via infatti ad una licenza (Advanced Access Content System) che conterrà le specifiche per la gestione dei contenuti registrati sui dischi ottici di nuova generazione, permettendo delle vere e proprie copie autorizzate. Ferma restando la condanna del peer-to-peer, quella che sembrerebbe una presa di coscienza delle esigenze del pubblico suona in realtà come l’ennesimo tentativo di sfruttamento all’ennesima potenza del consumatore, in un contesto di fruizione dei film ormai allargato anche al tragitto sulla metropolitana. O siamo troppo sospettosi verso le 5 sorellastre?

mercoledì 14 luglio
Nanni Moretti si dimette dall’Api, l’Associazione Produttori Indipendenti, di cui appariva, insieme al socio Angelo Barbagallo, uno dei pilastri morali. Motivo? L’associazione avrebbe perso per strada lo spirito con cui era nata. Moretti fa riferimento con ogni probabilità al recente incarico assunto dall’Api riguardo la nuova sezione veneziana dei Venice Days, una sorta di Quinzaine nostrana ma probabilmente senza lo stesso valore di contestazione interna: è per questa adesione privata di un reale dibattito interno (il dibattito sì!) che Nanni avrebbe rinunciato a un compito sulla carta poco autonomo rispetto alle scelte filogovernative della biennale.

sabato 10 luglio
È una strana sensazione, decisamente liberatoria, sentire parlar male delle scelte del nostro governo da due registi come Ken Loach e Michael Moore: due esempi di impegno politico diversi e complementari, che ci riguardano entrambi proprio dal momento in cui non ne esiste un corrispettivo nazionale, in un paese dove, in ben dieci anni, nessun film ha mai neanche pronunciato il fatidico nome di Berlusconi. Mentre Ken Loach segnala la presenza di uno “spaventoso regime”, davanti al quale la gente può solo chiedersi “quale sia la via di scampo”, Michael Moore, dalla conferenza stampa internazionale di Fahrenheit 9/11, rilancia invitando a sfrattare l’inquilino di Palazzo Chigi, non immaginando “un italiano che guarda questo film e non si chieda cosa diavolo faceva il suo premier con Bush”, dato che l’Iraq è un imbarazzo per l'Italia e “prima c'è un cambio di regime a Roma, meglio è”. Dove bisogna firmare?

venerdì 9 luglio
Il Cinema Ritrovato di Bologna presenta in anteprima Saraband, ultima fatica televisiva di Bergman, e Pia Ehrnvall, produttrice del film chiamata ad intervenire, ne approfitta per ricordare di averlo venduto alla Rai lo scorso anno, senza che venisse mai passato sul piccolo schermo italiano. La risposta della Rai non si è fatta attendere, e sembra che Saraband, nientemeno che coprodotto dalla stessa, sarà programmato la prossima stagione, dal momento che proprio la televisione svedese avrebbe voluto una proroga per iscrivere il film alla prossima edizione del Prix Italia, previsto a Catania per metà settembre. A noi rimane l’impressione di una strategia già vista, la tentata messa in soffitta de La meglio gioventù di Giordana: probabilmente un tacito imperativo bandisce ogni tentativo di fiction televisiva d’autore che risvegli con un sussulto una platea drogata di marescialli, preti e commesse.

venerdì 9 luglio
Muore nella sua casa romana Carlo Di Palma, geniale direttore della fotografia al servizio, tra gli altri, di Antonioni, Monicelli, Bertolucci e, per circa vent’anni, di Woody Allen. Lo ricordiamo come uno dei massimi artigiani del cinema italiano e allo stesso tempo come artista rivoluzionario, che cambiò le regole della fotografia filmando nel 1964 Deserto rosso e riuscendo a trasformare il colore in reale protagonista di una pellicola. Riportiamo il discreto commiato che gli ha offerto Allen, firmandosi con il nome della sorella, Letty Aronson: “Questo è un giorno molto triste. Carlo era uno dei grandi artisti del cinema ed era anche per me un amico intimo e una persona meravigliosa. Il suo lavoro sarà apprezzato e studiato per sempre”.

  giovedì 8 luglio
Continua il forsennato balletto del Fus, fondo unico dello spettacolo, mai così sottoposto a minacce di tagli, promessi di reintegri, polemiche rientrate e riuscite. A sollevare nuovamente la voce contro la possibilità di un ridimensionamento è Enzo Gentile, vicepresidente dell’Agis, che dalle pagine del Giornale dello Spettacolo mette in guardia anche dal profilarsi di un’ulteriore catastrofe: quella della creazione di un Fondo rotativo per le imprese in cui far rientrare anche lo spettacolo, che non riceverebbe più soldoni a fondo perduto, bensì semplici prestiti da restituire come ogni azienda, con tanto di interesse. Giuliano Urbani sembra sia dalla sua parte, anche se non si sa esattamente quanto possa bastare.

lunedì 5 luglio
John Boorman sarà il presidente di giuria della prossima mostra veneziana, scelto da Müller in quanto autore a metà strada tra industria hollywoodiana e cinema europeo, nonché grande attraversatore di generi. Ad affiancarlo in giuria ci sarà sicuramente Spike Lee (che presenterà fuori concorso al Lido Lei mi odia con Monica Bellucci) e sembrerebbero accreditati anche Mimmo Calopresti e Scarlett Johansson, set dell’ultimo Woody Allen permettendo.
Si delinea nel frattempo una bozza di programma per questa edizione del festival, con una sfilza di nomi rispettabilissima: gli ex leoni d’oro Gianni Amelio e Mira Nair, poi Wenders, Amenábar e soprattutto Chabrol, Ozon, Mike Leigh, Michael Mann, Jonhatan Demme. Ci sarà inoltre il puntuale Spielberg fuori concorso (The Terminal) e l’inquietante terzetto di Eros, Michelangelo Antonioni, Wong Kar-wai e Steven Soderbergh. Manca all’appello, ahimé, The Aviator, l’ultimo Scorsese, ma il cinefilo medio ha di che ritenersi soddisfatto

venerdì 2 luglio
A quanto recita il consueto rapporto sullo stato dell'editoria audiovisiva in Italia, tra il 2002 e il 2003 il mercato dell'Home video in Italia è cresciuto di circa il 16%, fino a raggiungere la vertiginosa vetta degli 830 milioni di euro di fatturato. Fattore decisivo, come già era capitato di segnalare altrove, l’ascesa inarrestabile del Dvd, che con i suoi 50 milioni di noleggi supera di un buon 70% il caro vecchio Vhs, malgrado solo una famiglia su 6 in Italia possieda un lettore digitale. All’Univideo si festeggia il trionfo economico ma anche la presunta rivincita morale, avvenuta proprio grazie ai dischi digitali, che avrebbero nobilitato una fetta dell’industria prima solo ad appannaggio di cenciosi nastri magnetici, relegati come ultima ruota del carro. Forse, però, anche dieci anni fa sarebbe bastata una plausibile manciata di Letterbox, versioni originali sottotitolate e contenuti extra in coda a dare lustro al Vhs, ma a dirlo ci si sente dei biechi passatisti.

venerdì 2 luglio
Muore a 80 anni Marlon Brando, probabilmente il più grande attore di tutti i tempi
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