Nackt

il sospetto che sia soltanto un talk-show
di Esteban Lola

 
  Id., Germania, 2002
di Doris Dörrie, con Benno Fürmann, Heike Makatsch, Alexandra Maria Lara

I sei personaggi in cerca di amore delle coppie in crisi di Doris Dörrie sembrano in realtà avere un solo scopo nella vita. Vivere i loro rapporti? No, parlarne, parlarne in continuazione, fino allo sfinimento reciproco.
Nackt (presentato a Venezia 59) è ambientato a Monaco di Baviera, ma potrebbe essere anche New York, tanto si fa sentire l'atmosfera da commedia brillante americana, con connotazioni radical chic. In questo film, come in quello norvegese, prevale la logica degli interni: i personaggi sembrano spostarsi a malincuore dalle loro abitazioni, dove si sono sforzati di creare un ambiente iperprotettivo e rappresentativo dei loro gusti e della loro posizione sociale. Che aria si respira in una casa arredata in modo da somigliare ad una tela di Mondrian? Alla lunga si rischia di soffocare, questa almeno è la risposta degli spettatori presto stanchi del gioco. Doris Dörrie sembra infatti esaurire le sue idee nella messinscena, operando da arredatrice con un marcato gusto pop, piazzando qua e là un'oggettistica i cui colori vivaci sono quanto di meglio si riesce a scorgere tra le scelte registiche poste in atto.
La scelta accurata delle inquadrature di Musikk for bryllup og begravelser, notevole saggio della capacità congiunta di Harald Paalgard e Unni Straume di dare un senso alle tante riprese effettuate in interni, è un impegnativo termine di paragone.
Senza insistere su raffronti superflui, disapproviamo di Nackt il susseguirsi di scene riprese e presentate in maniera fin troppo casuale. Peccato, perchè alcune situazioni si lasciano comunque apprezzare: ne è un esempio la scena in cui i padroni di casa, impegnati a preparare la cena per gli ospiti, si servono di una cucina ultramoderna più simile, se vogliamo, al laboratorio di chimica di un liceo scientifico.
Ma invenzioni del genere latitano, così come nelle lunghe discussioni iniziate dalle tre coppie, le due che stanno ancora insieme e quella che vive un momento di crisi, non si percepisce né una vena realmente trasgressiva, né l'energia di sentimenti autentici.
I temi di cui si parla hanno il merito di essere attuali; si discute di rapporti duraturi insidiati dalla noia e dalla routine, o della paura che i propri partner siano interscambiabili, che uno tutto sommato valga l'altro e si stia insieme per convenienza o paura della solitudine. Sono certamente aspetti che meritano qualche attenzione, ma la monotonia degli attori, le frasi ripetute e i pensieri spremuti fino alla nausea, le osservazioni da sondaggio televisivo, lasciano un legittimo sospetto: e se tutto questo si stesse trasformando progressivamente in un talk-show? Il dubbio deve essere venuto anche a Felix, alias Benno Fürmann, che in Anatomy e La principessa e il guerriero si era abituato, ma soprattutto ci aveva abituato a situazioni un po' più movimentate. Così è lui, durante la famosa cena, ad accendere il dibattito, proponendo una sfida molto particolare: che le altre due coppie si mettano a nudo, nel senso più letterale possibile, e che ognuno cerchi il proprio partner con gli occhi bendati, affidandosi al tatto!
Bisogna ammettere che le tensioni precedenti all'esperimento, i diversi atteggiamenti esibiti dagli invitati alla cena di fronte alla proposta avevano cominciato ad intrigarci e a divertirci un pò.
L'evento tanto atteso si rivela però una delusione. Doris Dörrie mostra uno strip-tease che non ha molto di trasgressivo, che rifiuta di comunicare erotismo, e che forse vorrebbe essere farsesco, visto il susseguirsi di inquadrature con cui la regista si diverte a illustrare le diverse parti anatomiche dei protagonisti.
Perplessi di fronte a questa esibizione, assistiamo allo sconcerto delle due coppie nell'apprendere l'esito, per giunta truccato, dell'esperimento.
La conseguenza è ovvia. ogni coppia, tornando a casa, ne discuterà ancora fino a notte fonda. Pare che ci si debba rassegnare. Il cinema negli ultimi tempi sembra deviare spesso dai sentieri della passione e dell'amor fou, rappresentazione certamente più degna, per mettere in scena l'amore in pantofole e le piccole beghe matrimoniali. Anche da noi ne sappiamo qualcosa. Eppure L'ultimo bacio, che in questo senso era già un giocattolo per lo meno ambiguo, se non pericoloso, una piccola devianza tentava di costruirla.
Nackt, casomai, ricorda un film molto più avvilente nelle conclusioni, il cui titolo è proprio Casomai. Allora cosa dire, tra Nackt e Casomai, non resta che assistere a queste "sceneggiate da un matrimonio"!