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Somethings
gotta give, Usa, 2003 di Nancy Meyers; con Jack Nicholson, Diane Keaton, Amanda Peet, Keanu Reeves, Frances McDormand, Jon Favreau. al film a Diane Keaton Da quando mi occupo di cinema, molte attrici mi hanno steso con le loro grandi interpretazioni drammatiche: tanto per citare le mie preferite, Meryl Streep che distoglie lo sguardo sperso ne Il cacciatore, Gena Rowlands che gesticola per strada in Una moglie, i silenzi carichi di Glenda Jackson in Domenica, maledetta domenica, ed ultimamente lo sguardo altero di Nicole Kidman in The Hours. Potrei citarne infinite altre, ma preferisco fermarmi. Una sola attrice era invece entrata nel mio immaginario in maniera indelebile grazie ad una smorfia comica, ed è la Shirley MacLaine che arriccia il nasino in Lappartamento. Ebbene, da stasera la grande Irma la dolce viene affiancata da Diane Keaton, che sorridendo, piangendo, mugolando, sghignazzando in Tutto può succedere dimostra di essere una donna cui la commedia esce da ogni poro della pelle. In ogni singola inquadratura in cui compare, leleganza si appropria di un film altrimenti dimenticabile. Accanto a lei, un Jack Nicholson che piuttosto sorprendentemente si dimostra capace di farsi spalla, di lasciare alla superba mattatrice lintera scena, dettandovi in allegra sintonia e misurata gigioneria. Ma stavolta non vogliamo parlare del grande Jack, e tanto meno del film (il cui difetto peggiore è quello di sprecare unaltra grande attrice di razza, Frances McDormand). Stavolta non recensiremo una pellicola, ma ci lasceremo condurre dalla dolcezza del ricordo di lei che sorride vezzosa, e ci ammalia semplicemente sorridendo, indossando un vestito, correndo sulla spiaggia, soprattutto piangendo a squarciagola mentre scrive davanti al computer (chiunque altra invece che irresistibilmente comica sarebbe sembrata in preda a convulsioni ). Insomma, Diane Keaton si libera dalle catene della verosimiglianza e si ricorda finalmente di essere stata Annie Hall: come il suo leggendario primo grande personaggio, lodierna Erika ha uno charme quasi insostenibile, capace di ridicolizzare anche tutto il tempo trascorso, che in questo caso altro non riesce a fare se non impreziosire un corpo, un volto, un modo di muoversi già diventato storia del cinema. Se lAcademy decidesse di regalarle il suo secondo Oscar, proprio dopo quello ricevuto per il capolavoro di Woody Allen, il cerchio si chiuderebbe in maniera esatta ed ineluttabile Ora, dopo aver concluso in nostro personale e devoto omaggio alla protagonista del film, proviamo a spiegare perché, nonostante la coppia Nicholson/Keaton, non ce la sentiamo di consigliare Tutto può succedere ai nostri lettori: prima di tutto perché si tratta di un film senza storia, in cui le situazioni vengono appiccicate in maniera troppo arbitraria e forzata. Nancy Myers dirige in maniera anonima ed indecisa tutta la vicenda, salvo poi scadere nel quasi ridicolo con la parentesi finale in terra francese. Già detto della McDormand bruciata, non resta altro da aggiungere. |