Dicembre 2003 
              a 
              cura di Stefano Finesi 
                 | 
              | 
              | 
           
           
             | 
               
             | 
           
           
            |    | 
              | 
              | 
            
              | 
             giovedì 
              18 dicembre 
              Dopo una serie di battaglie e mobilitazioni da parte delle categorie 
              professionali, si aggiorna la disputa sul piano presentato da Urbani 
              per il riassetto della Biennale di Venezia: la Commissione Cultura 
              della Camera approva quasi all’unanimità una serie 
              di modifiche al decreto che ne smorzano le novità più 
              scottanti, escludendo innanzitutto la creazione di una consulta 
              formata da enti estranei alla Biennale, tra cui Cinecittà 
              Holding e Scuola Nazionale di Cinema. Neanche il Ministero potrà 
              avere ingerenze nella gestione, mentre i potenziali soci privati 
              potranno comunque designare fino a tre rappresentanti all’interno 
              del comitato d’amministrazione, malgrado il centrosinistra 
              spingesse per limitarli a due soli.      | 
            
              | 
            mercoledì 
              17 dicembre 
              Secondo un appuntamento ormai tradizionale, Christie’s, la 
              celebre casa d’aste londinese, batte a cifre vertiginose la 
              memorabilia hollywoodiana, per la gioia di maniaci accorsi da tutto 
              il mondo. A farla da padrone quest’anno è il costume 
              di Christopher Reeve nel primo Superman del ’78, 
              con un prezzo di partenza di 8mila sterline, mentre gli oggetti 
              disegnati da John Mollo per Guerre Stellari (il 
              casco e il mitra dell’imperial storm-trooper) si attestano 
              sui 5mila; seguono le sceneggiature manoscritte di Peter Hunt per 
              i film di James Bond degli anni sessanta e innumerevoli foto e autografi 
              (Monroe, Chaplin, Hepburn), come da ordinanza.     | 
            
              | 
            martedì 
              16 dicembre 
              Il Ritorno del Re, ultimo 
              capitolo della trilogia de Il Signore degli anelli, 
              è nominato a sorpresa come miglior film dell’anno dall’austera 
              associazione dei critici cinematografici di New York, di solito 
              propensi a tutt’altre inclinazioni. “E’ semplicemente 
              il migliore dei tre – chiosa il presidente Andrew Johnston 
              -, è girato splendidamente, è puro cinema”. 
              Dopo essere stata relegata a riconoscimenti per lo più tecnici 
              dal plotone dei critici della Grande mela, la saga tolkeniana si 
              prende dunque una rivincita e incassa un discreto lancio pubblicitario 
              (se ce ne fosse bisogno…) dal momento che l’annuncio 
              viene fatto un giorno prima dall’uscita del film nelle sale. 
              Altri premi assegnati a Sofia Coppola, miglior regista per Lost 
              in Translation, Bill Murray miglior attore per lo stesso film 
              e Hope Davis miglior attrice per American Splendor 
              e The Secret Lives of Dentists.     | 
            
              | 
             domenica 
              14 dicembre 
              Tra i 25 titoli scelti quest’anno dal National Film Registry 
              per essere conservati e protetti negli archivi del Congresso americano, 
              secondo un rituale sacrosanto che si ripete dal 1988, figurano Il 
              figlio dello sceicco, ultimo film di Rudy Valentino, Marcia 
              Nuziale di Strohein, Atlantic City di 
              Malle, Butch Cassidy con 
              Newman e Redford, Patton generale d’acciaio, 
              National Velvet, di Clarence Brown, con una giovanissima 
              Elizabeth Taylor, Frankenstein Junior, ma anche, 
              last but not least, One Froggy Evening di Chuck 
              Jones, papà dei migliori cartoon della Warner. Modesta proposta: 
              in Europa non sarebbe ora di fare lo stesso?     | 
            
            |   | 
             sabato 
              13 dicembre 
              La rivista Box Office riporta un’inquietante intervista 
              ad Antonio Maldonado, direttore generale di Warner Village Italia, 
              che, sedendo su una montagna di euro, ha la faccia tosta di attaccare 
              il decreto Urbani sul cinema paventando il conseguente passaggio 
              di competenze alle regioni in tema di apertura di nuove sale. Mentre 
              Agis e Anec strillano da quasi anno contro l’impasse generale 
              provocata dal moltiplicarsi degli schermi senza un’adeguata 
              risposta di pubblico e distribuzioni, Maldonado proclama infatti 
              che “la proposta di Warner Village è: mercato libero 
              fino a 2.500 posti”. Ossia, a quanto sembra di capire: 
              deregulation selvaggia e legge del più forte (ovviamente 
              Warner Village) nella costruzione di multiplex, senza controllo 
              territoriale e salvaguardia dei circuiti meno competitivi.    
             | 
            
              | 
             giovedì 
              9 dicembre 
              Nel giorno dell’approvazione di una pessima legge sulla procreazione 
              assistita, per chi abbia ancora degli esili dubbi sull’intreccio 
              fatale tra Stato e Chiesa nel nostro paese forniamo semplicemente 
              alcuni stralci di un comunicato stampa dell’Istituto Luce:  
              “La storia del cattolicesimo sarà raccontata da 
              un documentario in dieci puntate prodotto dall’Istituto Luce. 
              L’annuncio è stato dato oggi a Roma durante una conferenza 
              sul tema “La fede in tv”, un incontro al quale hanno 
              preso parte il cardinale Paul Poupard, Presidente del Pontificio 
              Consiglio della Cultura, Mons. Mauro Piacenza, presidente della 
              Pontificia Commissione dei Beni Culturali della Chiesa, e il giornalista 
              della Rai, Bruno Vespa. Il documentario sarà realizzato dal 
              regista Luca De Mata. Racconterà i primi duemila anni della 
              Chiesa missionaria attraverso i luoghi fisici della sua storia e 
              per voce dei testimoni di oggi. 
              Il gruppo di lavoro per la stesura dei testi e il controllo delle 
              sceneggiature delle singole puntate sarà coordinato dallo 
              stesso Mons. Piacenza con una supervisione scientifica e culturale 
              del Cardinale Poupard. (…)  Luca De Mata, regista 
              del documentario, è attualmente direttore dell’agenzia 
              di stampa missionaria Fides e ha lavorato a lungo con la Rai. Recentemente 
              ha realizzato per Rai Uno “Cristo nel freddo dell’Est” 
              che ha vinto il premio speciale del Presidente della Repubblica 
              al recente Prix Italia, e sta finendo di realizzare, sempre per 
              Rai Uno, “I dieci comandamenti” scritto  con 
              la supervisione dello stesso Mons. Piacenza e di Massimo Camisasca e 
              Massimo Cenci. Mons. Mauro Piacenza è stato a lungo sottosegretario 
              della Congregazione per il clero guidata dal Cardinal Castrillon 
              Hoyos. Recentemente è stato nominato presidente della Pontificia 
              Commissione per i Beni Culturali della Chiesa. Alla sua consacrazione 
              a vescovo hanno partecipato quattro cardinali: Canestri, Bertone, Sepe 
              e lo stesso Castrillon Hoyos”.     | 
            
              | 
            mercoledì 
              8 dicembre 
              Si conclude il Noir Film Festival di Courmayeur, con la vittoria 
              del messicano Aro Tolbukhin. En la mente del asesino, 
              dei tre registi Agustì Villalonga, Lydia Zimmermann e Isaac 
              Racine. A incuriosire, a quanto riporta Il Manifesto, è 
              però soprattutto la presentazione, in attesa della consegna 
              dei premi, del festival russo gemello “Law and Society”, 
              ad opera di due ospiti: viene infatti introdotto un filmato che 
              spiega come gli avventori della kermesse russa non se ne stiano 
              tranquillamente in poltrona, ma vengano anche trascinati a visitare 
              carceri, ad assistere al lavoro degli artificieri che disinnescano 
              esplosivi, a esercitazioni al poligono di tiro. Il tutto con inquietanti 
              fini didattici, perché “avete mai pensato all’impatto 
              dei film in cui il protagonista, un bandito, rapina, uccide, violenta, 
              fa esplodere edifici e aerei? (…) Cosa otterremo 
              da film e programmi di questo genere? Come logica conseguenza: assassini, 
              furti, rapine, terrorismo, irrisione della legge e dei suoi rappresentanti. 
              C’è da avere paura di tutto questo”. Effettivamente, 
              c’è da averne.     | 
            
              | 
            martedì 
              9 dicembre 
              Se ne vanno sempre i migliori, anche se non letteralmente. David 
              Lynch, in vena di imbarazzanti sbandate mistico-elettromagnetiche, 
              lancia da Washington una campagna per la raccolta di un miliardo 
              di dollari (chiama in causa anche Agnelli e Berlusconi!), destinati 
              nientemeno che alla fondazione dell’Università della 
              Pace Mondiale. Niente di male, direte voi. Ma sentite lo scopo dell’innovativo 
              ateneo: ottomila esperti in meditazione trascendentale dovrebbero 
              concentrarsi per formare insieme un’onda di vibrazioni positive 
              in grado di produrre pace e armonia nel mondo… A chi muove 
              obiezioni, Lynch ricorda lo scetticismo che incontrarono i primi 
              studi di Marconi sulle onde radio: “Il nostro Marconi 
              – sentenzia - è il Maharishi Mahesh Yogi”, 
              ossia il santone indiano già celebre ai tempi dei pellegrinaggi 
              beatlesiani. 
              Una mente cancellata?     | 
            
              | 
             domenica 
              7 dicembre 
              Sarebbe stata una frontiera produttiva bizzarra, un esperimento 
              di marketing ai limiti dell’immaginabile, ma, purtroppo, il 
              doppio Alessandro Magno in cantiere a Hollywood 
              perde uno dei contendenti, Baz Luhrmann: il suo film con DiCaprio 
              protagonista e De Laurentiis produttore è stato accantonato 
              dopo la ritirata di alcuni investitori giapponesi, a quanto riporta 
              la rivista inglese Heat. A continuare da solo la battaglia 
              (ci è abituato) è Oliver Stone, che invece ha cominciato 
              a girare il suo kolossal sul 
              condottiero macedone in Marocco, con Colin Farrell (sicuramente 
              più economico di DiCaprio) nei panni del protagonista.     | 
            
              | 
             sabato 
              6 dicembre 
              Assegnati gli Oscar europei a Berlino, con vittoria quasi scontata 
              di Goodbye Lenin!, del tedesco 
              Wolfgang Becker, e gli italiani a mani vuote, per rammarico di Marco 
              Tullio Giordana e del suo La 
              meglio gioventù. Il film di Becker (che, per inciso, 
              sta anche sbancando il botteghino a Cuba…) vince anche il 
              premio per la miglior sceneggiatura e per il miglior attore protagonista, 
              mentre quello per la miglior regia va all’inevitabile Lars 
              von Trier per Dogville. Miglior 
              film non europeo, Le invasioni barbariche di Denys Arcand. 
                   | 
            
              | 
            mercoledì 
              3 dicembre 
              L’industria cinematografica italiana si riunisce a Sorrento 
              fino al 5 dicembre per la 26° edizione delle Giornate Professionali 
              organizzate dall’Anec: tra i dibattiti vari, il più 
              intrigante è quello sul “non spettatore”, secondo 
              il profilo realizzato dalla Sapienza di Roma sull’italiano 
              che non va al cinema. Oltre l’82% degli italiani  (il 
              97% tra i più giovani) ama il cinema in sala, ma il 56% non 
              c’è mai andato negli ultimi tre mesi: questi i risultati 
              della prima fase della ricerca, che sarà conclusa entro giugno 
              2004 e si articola su 2.000 interviste telefoniche a spettatori 
              e non spettatori di tutta Italia. Dalla ricerca risulta che la grande 
              maggioranza degli italiani, e particolarmente le donne, vede cinema 
              in televisione e il 50% vede i film in videocassetta, mentre il 
              dvd si attesta finora sul 27%. Soltanto il 30% degli italiani, prevalentemente 
              uomini, frequenta più volte l’anno le sale cinematografiche: 
              il 30% di questa fetta di intervistati va al cinema perché 
              ama questa forma di intrattenimento, il 26% (finalmente, cominciavano 
              a disperare…) perché ritiene che la sala sia l’unico 
              posto nel quale sia possibile vedere un film. Un 22%, particolarmente 
              taciturno, considera il film in sala il miglior passatempo da vivere 
              insieme agli amici.     | 
            
            |    | 
              | 
            
            |   | 
               | 
          
       |