Traffic

Stile e fisicità
di Seth Boccia

 
  id., USA, 2000
di Steven Soderbergh, con Benicio Del Toro, Catherine Zeta-Jones, Michael Douglas, Thomas Millian


Il mondo illegale della droga non è altro che una parte, integrata e indispensabile, della società civile. E' uno specchio che rimanda un'immagine di noi priva di orpelli, meno nitida e più sporca, ma anche più reale e precisa della rappresentazione del mondo quotidiano che abbiamo sotto gli occhi. Esattamente come la mdp si Steven Soderbergh. Ed è incredibile come lo stile narrativo del regista, ormai completamente padrone di una libertà -davvero rara nel cinema di oggi- di ritmi e scelte visive basata sulla semplicità e sull'istinto di pedinamento dei personaggi, stia lì a raccontare con precisa coerenza quest'idea.
Con apparente facilità e agio scorrono più di due ore di sequenze bruciate dal sole, sovraesposte e contrastatissime, o affogate in un blu cupo e triste, di attori di una pesantezza animale (Benicio del Toro), sfatti e imbruttiti (Catherine Zeta-Jones), molto invecchiati (Michael Douglas), decontestualizzati e autoironici (Thomas Millian). Tutti elementi coscientemente "deglamourizzati" e avvicinati al traffico della strada e della vita, con un'ottica spesso spietata che, con poche eccezioni, non si avvicina mai veramente ai personaggi ma li osserva con equidistanza e un po' beffardamente. Il respiro narrativo di Soderbergh gli permetterebbe probabilmente di raccontarci con successo anche quante volte è andato al bagno prima della cerimonia degli Oscar, ed è questo che probabilmente compensa e spinge a soprassedere sulle numerose ingenuità di sceneggiatura, sulle fastidiose approssimazioni nel fotografare realtà specifiche (in particolare il mitico "disagio giovanile"), sul non troppo sottile moralismo bacchettone di alcune situazioni.
Ma l'episodio in questione, quello con protagonista Michael Douglas, è dotato anche di una certa cattiveria nei confronti di un personaggio (quello di Douglas, appunto) che dovrebbe essere il più alto bastione americano della lotta alla droga, e che però ignora ingenuamente e con esiti fallimentari i meccanismi economici e politici dietro al traffico.