Tetsuo - the iron man

Metal Noir
di Luca Persiani


Sequenze mutanti
  Tetsuo, Giappone 1988
di Shinya Tsukamoto, con Taguchi Tomoro, Tsukamoto Shinya, Fujiwara Kei, Ishibashi Renji, Kanaoka Nobu

Un uomo (lo stesso Shinya Tsukamoto) si infligge una profonda ferita nella coscia destra. Poi afferra un bastone di ferro e lo inserisce nella carne viva. Già nei primissimi minuti, Tetsuo mette in chiaro che non si fermerà davanti a nulla: sarà una cronaca esplicita di rumori in b/n, un disturbo film-video gettato in faccia allo spettatore con la frenesia e la verità della passione. La Passione di un uomo che si autocontamina col metallo senza alcuna metafora, ma inserendolo letterelamente sotto la pelle. E' una mutazione imposta, che ha la vividezza tragica e troppo netta di un sogno. Forse il sogno distorto di essere un atleta (immagini di corridori bruciano dopo il gesto dell'uomo), o più in generale un eroe, come Superman, un uomo d'acciaio-man of steel, in un'aspirazione confusamente tinta di feticismo estremo. Proprio un sogno sembriamo inizialmente convinti essere quest'automutilazione, quando l'uomo è vittima di uno strano incidente d'auto che lancia un messaggio: sulla carrozzeria la scritta "welcome to the new world". Un nuovo mondo e una nuova carne, una carne che presto comincia a fiorire di metallo. Fuori dal sogno, il feticista sembra aver contaggiato con le sue aspirazioni e la sua Passione colui che l'ha investito: un uomo che è il cliché del mite impiegato giapponese. All'improvviso il metallo letteralmente deflagra, si fa largo e squarcia la pelle come un urlo canceroso, invadendo il protagonista come la carne impazzita di un altro Tetsuo, quello di Akira. Inseguito dal fantasma di una donna a sua volta posseduta dal metallo, l'impiegato precipita in un delirio di immagini ingolfate di una sessualità distorta, dall'aggressività terrificante e inspiegabile, come se il metallo volesse dimostrare fino in fondo la violazione della carne contaminandone l'intimità, ditruggendone la gioia e il gioco e rivestendone la passione, aggredendo l'Eros con l'orrore di una ruggine polverosa e onnipresente. E l'Eros stesso diventa ruggine. Il corpo dell'uomo viene rivoltato, ma quello che viene esposto non è la carne marcia di Yuzna, la carne nuova di Cronenberg o la carne morta di Romero. E' un ibrido industriale dalla bellezza sconfinata basata sulla sofferenza. L'uomo inizia il suo viaggio come erede di un atto di masochismo estremo, con la fumosa volontà di un cambiamento e la precisa realtà del dolore. La sua Passione "ereditata" e la sua trasfigurazione girano intorno alla necessità fuori controllo di un nuovo corpo, un corpo che padroneggi nuovi stimoli sessuali. Ma il corpo si stacca dal protagonista, gli si ribella contro. In un atto di masochismo estremo il corpo si libera di lui grottescamente, con un ipertrofismo parodico e delirante, mantenedolo come base per la ricerca di nuove forme. Il padroneggiare i nuovi stimoli diventa compito di queste fresche/fredde forme indipendenti che vanno più veloci dell'identità dell'uomo, che sembra assistere terrorizzato alla corsa delle sue membra verso la velocità fine a se stessa. Senza più il controllo di sé, il protagonista di Tetsuo è il primo eroe di un genere nuovo: il noir del corpo. Travolto dalla possibilità di ricerca di qualcosa fuori dal mondo ordinario, riceve incoscientemente in sé le possibilità di un mondo promettente ed oscuro, il mondo del Metallo. Ma è sopraffatto proprio da questo mondo, che non ha certo interesse a fare discorsi morali o a punire il protagonista per dimostrare quello che è giusto o sbagliato. Questo mondo noir mutato, un mondo "metal hurlant", vuole semplicemente entrare nel nostro tramite una porta di carne. Invaderlo come un virus per squarciare la percezione della realtà, spezzettando sequenza per sequenza la continuità dei fotogrammi, inserendosi come un disturbo subliminale per crescere prima a nostra insaputa, poi malgrado la nostra resistenza. In un sedici millimetri dal bicromatismo iperreale, invaso da un uso del frame-stop epilettico, allucinato e implacabile che lo rende sovraccarico di tempo e spazio, Tetsuo è tutto nel semplice e osceno gesto autoscarnificante del metallo che viola la carne, rito di transizione con l'aspirazione alla trasfigurazione in una macchina morbida i cui gemiti e il cui piacere si consumano fra le scintille e la ruggine. Mentre un metallo oscenamente incuriosito e lascivo si affaccia nel mondo - prendendone semplicemente possesso - , Shinya Tsukamoto è li per noi a coglierne l'ascesa.

Link esterni
Tsukamoto Unofficial Fan Page
http://shinyatsukamoto.info

Link interni
Recensione
Rokugatsu no hebi