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Spartacus
id., Usa, 1960
di Stanley Kubrick, con Kirk Douglas, Tony Curtis, Lawrence Olivier, Peter Ustinov, Janet Leigh

Un momento prima del Controllo
di Adriano Ercolani



Chiamato dall’amico Kirk Douglas a sostituire Anthony Mann, Kubrick si trova per la prima volta a gestire budget e set di proporzioni epiche: sotto questo punto di vista, Spartacus è un momento cruciale, in quanto primo termine di confronto per arrivare al controllo assoluto della “macchina cinema”. Anche se meno personale di molte altre opere, questo lungometraggio in un certo senso chiude il discorso sul “peplum”, cementandone le direttive estetiche e stabilendo dei confini oltre i quali non si è più andati. Le scene di massa sono poderose, così come la gestione visiva degli straordinari setting. La presenza di troppe star cui rendere spazio non ha consentito il solito, grande lavoro di sintesi narrativa a cui il cinema di Kubrick ci ha abituato, quindi ad ammaliare partecipa soprattutto la fastosa messa in scena.