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Iron man
id., Usa, 2008
di Jon Favreau, con Robert Downey Jr, Jeff Bridges, Gwyneth Paltrow, Terrence Howard

A volte bisogna prima imparare a correre
e poi a camminare

recensione di Stefania Leo



Se cercate questa frase nel film in Italiano, rimarrete delusi. Iron Man, il film realizzato da Jon Favreau sull’eroe dei fumetti Marvel, cambia continuamente: nel doppiaggio italiano e nella storia che chi ha amato il fumetto, troverà un po’ diversa. Una storia, comunque, affascinante, che si lascia (intensamente) amare.
Tony Stark (Robert Downey Jr) è il proprietario delle Stark Industries. Mentre è in viaggio d’affari in Afghanistan, viene rapito e ferito al cuore dai guerriglieri di un gruppo chiamato “I dieci anelli”. Durante la prigionia gli ordinano di costruire il terribile missile Jerico. Stark comincia a lavorare, smontando i missili delle sue industrie e fabbricando la celebre, prima armatura di Iron Man. Fuggito dalla grotta, James “Rhodey” Rhodes (Terrence Howard) lo salva e lo riporta a casa. Qui lo aspettano la zelante Miss Pepper Potts (Gwyneth Paltrow) e il suo socio in affari, Obadiah Stane (Jeff Bridges). Ma la mente di Tony è cambiata. Il suo pensiero fisso ora non è più il divertimento facile tutto pupe, gioco d’azzardo e whiskey. Il suo unico obiettivo è distruggere le sue armi, vendute sottobanco ai guerriglieri, che stanno devastando il mondo. In un regno ipertecnologico continuamente disgelato nella visione del film, Stark costruisce l’armatura più fica e perfetta che si possa pensare per un supereroe. E, insieme ad essa, costruisce la leggenda.

La storia di Iron Man
Chi ha amato il fumetto, può essersi sentito tradito dall’adattamento fin troppo facile fatto da Mark Fergus, Hawk Ostby e Jon Favreau, in collaborazione con tutto il cast, che ha aggiunto spunti personali per i propri personaggi. Niente Vietnam, anche se Yin Sen (Shaun Toub) torna ad essere l’aiutante di Stark a latitudini un po’ diverse. Nei 126 minuti dell’Iron Man di Jon Favreau vanno perduti tutti i micro cambiamenti dell’eroe, che sul grande schermo evolve velocemente, sia a livello iconografico sia a livello psicologico. Niente Capitan America, niente dipendenza dall’alcool (almeno non manifesta). Niente triangolo amoroso fra Tony Stark, Harold "Happy" Hogan (la splendida parte che Favreau si è ritagliato per sé nel film) e Virginia "Pepper" Potts.
Tuttavia, la storia nel film fila via in un soffio. La tensione è dosata in modo giusto, la musica carica e accompagna senza molestare la visione, e gli effetti speciali sono tutti da godere (anche quello per cui Robert Downey Jr. sembra inspiegbilmente più alto di Gwyneth Paltrow, che per tutto il film gira su scarpe con tacchi da 12 centimetri).

Il nuovo Iron Man
Iron Man come personaggio Marvel non è poi così famoso e conosciuto fra gli appassionati di fumetti. Forse questo spiega anche il perché sia arrivato così tardi rispetto ai vari Spiderman e Batman. Tuttavia il merito che si riconosce al lungometraggio di Iron Man è l’aver riconsegnato all’immaginario collettivo un personaggio valoroso, uno dei pochi supereroi che non hanno bisogno di mutazioni genetiche per essere davvero super. Il vero potere di Tony Stark è la sua geniale conoscenza, esaltata per tutto il film grazie ad una scenografia accurata e stupefacente (pannelli di vetro intelligente, Jarvis il maggiordomo virtuale che supervisiona l’intera casa sulla scogliera di Malibù). Il cuore malato diventa il principale motore d’azione della vita di Tony. È lì che nascono i sentimenti che lo rendono un vero supereroe.
Robert Downey Jr, più in forma che mai, interpreta al meglio la complessità di Iron Man. Forte e allo stesso tempo vulnerabile, si dota di un’armatura per combattere la viltà del mondo e, piano piano, anche la sua. È assistito in tutto e per tutto dalla bellissima e discreta Pepper Potts, interpretata da una Gwyneth Paltrow che, a 40 anni, splende di un fascino abbagliante. La galleria di personaggi interpretati da Jeff Bridges si arricchisce di un ruolo da cattivo subdolo e imponente, nei cui panni l’attore protagonista de Il grande Lebowski sembra essere nato e perfettamente a proprio agio.
Da non perdere per chi vuole sentirsi, almeno per qualche ora, un vero supereroe.