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i Fantastici Quattro e Silver Surfer
Fantastic Four: rise of the Silver Surfer, Usa, 2007
di Tim Story, con oan Gruffudd, Jessica Alba, Chris Evans, Michael Ciklis

Fantasia in saldo
recensione di Antonello Sammito

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Ad appena due anni dal loro debutto cinematografico, i Fantastici Quattro tornano sugli schermi di tutto il mondo in un' avventura che, pur aderendo ad una formula di cinema commerciale collaudata nella prima pellicola, cerca di aumentare l'impatto spettacolare ma rimane comunque anni luce lontana dalla grandeur della tavole di Jack Kirby.
Una scia argentea lascia un pianeta morente con destinazione Terra, dove la coppia formata da Reed Richads e Susan Storm sta progettando un matrimonio, mentre Johnny, la Torcia Umana, si gode i piaceri della fama e Ben, la Cosa, impara a convivere con il suo corpo roccioso grazie alle amorevoli cure della scultrice cieca Alicia. La presenza aliena sembra generare pericolose variazioni climatiche ed enormi crateri in diverse località del globo: ciò spinge un disperato generale americano a chiedere l'aiuto di Reed Richards, universalmente conosciuto come una delle menti più brillanti del pianeta. Come lo è anche il malvagio Victor Von Doom, che alla fine del precedente capitolo avevamo lasciato in stato di morte apparente, chiuso in un container metallico e ora riportato alla vita proprio dal passaggio dell'alieno. Che, grazie alle scoperte di Reed, scopriamo essere Silver Surfer, un essere quasi onnipotente, che con la sua presenza ha annunciato la distruzione di svariati pianeti del cosmo. I nostri quattro eroi di fronte ad una tale tragica possibilità per il nostro pianeta, sono costretti ad allearsi con Doom e l' esercito per fermare il surfista d' argento Ma chi è il vero malvagio?
Silver Surfer è un personaggio nato quasi per caso dalla matita di Jack Kirby, il creatore di praticamente tutti i personaggi classici dei fumetti Marvel, come un piccolo bozzetto disegnato accanto a quello di Galactus, il dio distruttore di mondi, che Stan Lee prevedeva di far entrare in scena nel numero 48 della serie dei Fantastici Quattro. Lee, lo sceneggiatore della coppia, fece di quel personaggio appena abbozzato l'araldo di Galactus, creando una storia di tale successo tra i lettori da spingere gli autori a far tornare questo cosmico duo in numerosi albi del quartetto e successivamente in una serie a fumetti dedicata esclusivamente a Silver Surfer. Impreziosito dai disegni di John Buscema, a corredo della prosa pomposa ma adeguata di Stan Lee che descriveva perfettamente i tormenti dell' araldo ribelle, l' albo si guadagnò un grosso seguito tra i giovani di tutto il mondo, impegnati a fine anni ' 60 in una rivoluzione culturale.
Visto il successo commerciale della prima pellicola sui Fantastici Quattro, è stata quindi una decisione fin troppo facile da parte del team creativo e produttivo quella di inserire l'alieno argenteo nel seguito, assicurandosi così sia un personaggio visivamente interessante che un facile spunto narrativo e, inoltre, un trampolino di partenza per un eventuale pellicola dedicata solo al surfista.
L' alieno, impersonato dallo specialista in mostri Doug Jones (già in Hellboy e ne Il labirinto del fauno) con l' aiuto di una tuta in lattice e di una mano di vernice digitale fornita dal team Weta, è effettivamente la cosa migliore del film, che nel complesso si rivela leggermente superiore al primo capitolo. Il soggetto si sviluppa veloce (forse troppo) e privo di fronzoli, con due piccole sottotrame utili più per inserire dei siparietti comici che per un reale sviluppo dei personaggi. Come nell' altro film, e in misura minore nei fumetti, il quartetto sembra usare i propri poteri più nelle piccole liti familiari o per usi mondani che per gesta eroiche. Ma la buona idea di ambientare le scene d' azione, decisamente più spettacolari grazie ad un uso più consapevole degli effetti speciali, ai quattro angoli del globo, rende i Fantastici Quattro del film più vicini allo status di avventurieri interdimensionali degli albi a fumetti.
Ma i problemi della pellicola sono molti; il Dottor Destino è solo un pallido riflesso del crudele ma affascinante monarca dei fumetti a cui si ispirò Lucas per il suo Darth Vader. La mancanza di motivazioni credibili alle sue azioni e la recitazione decisamente sopra le righe di Julian McMahon lo riducono tristemente al rango di cattivo da film di serie B. Non che ai Fantastici Quattro vada molto meglio; il minimo sforzo di Don Payne, un veterano dello staff de "i Simpson", di migliorarne le caratterizzazioni in scrittura è appena percettibile e solo grazie alla simpatia di Chris Evans e Michael Chiklis ci si interessa alla sorte degli eroi.
La sceneggiatura per diktat produttivo deve poi inserire alcuni elementi di richiamo per le diverse fasce di pubblico, come le caste ma gratuite nudità di Chris Evans e Jessica Alba per gli spettatori adolescenti e le gag infantili per i più piccoli, tutto nel nome di un presunto intrattenimento per famiglie, che però livella verso il basso la qualità artistica. Dimenticando l'esempio de Gli Incredibli, che con simili tematiche e dinamiche tra i personaggi, riusciva a essere un intelligente film di successo senza affidarsi a bassi mezzucci.
E probabilmente per la stessa filosofia, nell'idea che le immaginifiche invenzioni di Jack Kirby potessero risultare poco digeribili al grande pubblico, Galactus il Divoratore di mondi viene rappresentato sullo schermo come una forza della natura, in una versione forse efficace nell'economia del film, ma molto meno intrigante di quella dei comics. E a compensare la delusione dei fan del fumetto, non penso bastino gli scarni due minuti in cui fa la sua comparsa la Fantasticar, il veicolo volane dei Quattro, che nel film mostra sul frontale un marchio ben riconoscibile, cosa che condivide con molti altri oggetti e gadget del film. La sovrabbondanza di product placement (su cui in parte si prova ad ironizzare) è un'altra inevitabile caratteristica mutuata dal primo capitolo.
Al regista Tim Story spetta solo l' ingrato compito di rimescolatore di elementi già decisi da altri e di usare al meglio il budget a sua disposizione negli effetti visivi. Che, affidati a compagnie diverse, non mantengono un livello qualitativo costante, variando dall'ottimo al mediocre degli effetti di allungamento di Mr. Fantastic.
Se il fanciullo dentro di voi si è divertito con il primo capitolo, è facile che lo sarà anche con questo; per i fan delusi dalla rappresentazione banalizzata degli eroi del fumetto nell'altro film, possiamo dire che questo rappresenta un piccolo passo verso un futuro, più soddisfacente film sul quartetto. Per gli altri, c'è la possibilità di recuperare tanti bei film della passata stagione nelle arene estive.