i Diari della motocicletta
Elegia latinoamericana
di Adriano Ercolani

 
  The Motorcycle Diaries, Usa-Gb-Germania, 2004
di Walter Salles, con Gael Garcia Bernal, Rodrigo de La Serna, Mia Maestro, Jorge Chiarella


Dopo il folgorante realismo del sopravvalutato Central do Brasil e l’elegiaca messa in scena dell’invece sottovalutato Abril despedacado, Walter Salles è finalmente riuscito a coniugare queste due matrici estetiche del suo cinema in un film capace di contenerle entrambe, forse non ancora in maniera del tutto coerente, ma di sicuro impatto emotivo sullo spettatore.
I diari della motocicletta, opera singolare ed affascinante, scomposta e discontinua ma sincera, sentita, a tratti emozionante, trova il suo punto di (dis)equilibrio in una sorta di ‘poetico’ realismo, forse furbetto in alcune facili scappatoie registiche, ma elegante e capace di restituire a chi guarda la vita interiore dei due personaggi principali.
Raccontando del viaggio iniziatico che il ventitreenne Ernesto (non ancora ‘Che’) Guevara ha compiuto con l’amico Alberto Granado attraverso tutta l’America Latina sul sellino di una scassata motocicletta, il regista costruisce un percorso in cui non tutte le tappe sono interessanti, non tutte sono poetiche, ma tutte hanno il sapore della verità. Pur evitando momenti di difficile gestione emotiva o di forte impatto visivo, e parlando delle condizioni della popolazione in paesi poveri come quelli equatoriali il rischio di sensazionalismo gratuito era dietro l’angolo, ma l’autore riesce nel difficile compito di mostrarci soltanto un ragazzo alle prese con la propria crescita interiore, dovuta soprattutto alla presa di coscienza riguardo i problemi sociali ed economici in cui versa la terra che lui ama; non dunque un condottiero, un rivoluzionario in fieri, ma un semplice giovane ed il suo desiderio di scoperta, di onestà, di giustizia.
Pochissimi sono i riferimenti a quello che sarà il futuro di Ernesto, poco o nulla della sua maturazione ideologica e politica, ma la messa in scena toccante e sincera di due amici che corrono in cerca di qualcosa che non capiscono bene, ma che sentono come assolutamente necessario per il loro essere interiore. A questo senso di purezza ed innocenza con cui i protagonisti intraprendono e portano a termine il loro viaggio (ma sarebbe meglio chiamarlo percorso) contribuiscono non poco i due bravissimi interpreti principali, con in testa un Gael Garcia Bernal di intensità davvero sorprendente per un attore della sua età.
I diari della motocicletta si presenta dunque come un film che racconta in maniera intimista di un personaggio che avrebbe potuto invece far scivolare facilmente il film verso una facile e retorica svolta ‘politica’; per fortuna Salles non voleva raccontare questo, e se anche in alcuni momenti la pellicola non possiede un ritmo capace di sostenere la mancanza di una sceneggiatura forte, allo stesso tempo però la bellezza delle immagini e l’emozionante ultima mezz’ora rendono quest’opera del tutto riuscita, da vedere senza troppi indugi e troppe riflessioni sulla veridicità storica di quanto è messo in scena.