Così fan tutti
L’ovvietà dello stile
di Giulio Frafuso

 
  Comme une image, Francia, 2004
di e con Agnès Jaoui, e con Jean-Pierre Bacri, Marilou Berri, Laurent Grévill


Dopo l’exploit meritatissimo de Il gusto degli altri, la collaudata coppia Jaoui/Bacri ci riprova: scritto ed interpretato a quattro mani, ma diretto soltanto da lei, questo Così fan tutti conferma soltanto in parte quanto di buono era stato prodotto dallo sforzo collettivo del precedente lungometraggio. Corale, arioso, sottilmente civettuolo come Il gusto degli altri, quest’ultimo lavoro conferma in pieno la sensibilità della regista nel saper indagare a fondo e con non compiaciuto realismo l’universo della (alta) borghesia francese; le varie situazioni proposte nel film hanno infatti il sapore più gustoso dell’autenticità, confezionato poi con una cura ed una finezza registica che si dimostrano decisamente progredite. Elegante eppure sobrio, Così fan tutti è in tutto e per tutto un notevole film d’attore, come d’altronde lo è per antonomasia il cinema francese, capace di solito di saper scrivere dialoghi in grado di valorizzare al massimo l’interpretazione dei caratteristi. Premio per la sceneggiatura all’ultimo festival di Cannes, il film della Jaoui non smentisce questa caratteristica: piacevolissima infatti si dimostra la partitura su cui attori di grande razza comica come Bacri sanno dare il meglio di sé; le battute arrivano all’improvviso, con una naturalezza assolutamente sorprendente, e colpiscono sempre nel centro. Godibile commedia di costume, la pellicola ha però il difetto di voler troppo appoggiarsi al suo essere appunto un “film francese”: dopo le divertenti schermaglie iniziali si capisce purtroppo che l’opera in sé diventa quasi un compiacimento delle proprie virtù, ed in un certo senso inizia a parlarsi addosso. Con gran classe ed enorme gusto del dialogo, non c’è dubbio, ma con un senso di leggera vacuità che alla fine nuoce all’intera operazione. Rispetto al precedente film, poi, si nota un deciso passo indietro per quanto riguarda la costruzione e lo sviluppo psicologico dei personaggi: se alcuni vanno troppo scontati verso una metamorfosi annunciata, quelli che invece avrebbero potuto fornire una diversa ed innovativa progressione drammatica rimangono inspiegabilmente ancorati alla loro situazione emotiva e mentale di partenza, perdendo così di tridimensionalità. Lo scrittore saccente ed arido interpretato dallo stesso Bacri ne è forse l’esempio più lampante: personaggio molto divertente e potenzialmente valido, resta per tutto il film un intellettuale ottuso ed incapace di ascoltare il prossimo, soprattutto la malcapitata figlia maggiore (altra figura alla fine mal utilizzata, anche se perfettamente interpretata dalla giovane Marilou Berri). Se l’intento della Jaoui era quello di mettere alla berlina la classe “sapiente” dell’odierna società transalpina, probabilmente una rappresentazione così monodimensionale non gioverà di certo al suo proposito.
Opera di conferma di un talento registico e soprattutto di scrittura cinematografica, Così fan tutti mostra però una Agnes Jaoui che rischia di appoggiarsi troppo sul proprio talento, senza voler tentare di affrontare una diversa prospettiva di messa in scena e, soprattutto, altre tematiche che vadano oltre la classe sociale che probabilmente conosce meglio. Se l’autrice vuole continuare a restare nel terreno a lei più congeniale, sicuramente dovrà approfondire il lavoro sull’introspezione emotiva e psicologica dei suoi futuri personaggi.