la Casa dei 1000 corpi

L’eloquenza del volgare
di Adriano Ercolani

 
  House of 1000 corpses, Usa, 2004
di Rob Zombie, con Karen Black, Sid Haig


La stagione cinematografica volge al termine, e come sempre le gloriose case di distribuzione svuotano il magazzino proponendo in sala pellicole che devono uscire al cinema solo per poter arrivare a guadagnare qualcosa nel mercato dell’home video. La Eagle propone ai cinefili estivi incalliti questo filmaccio horror / trash / B-movie / splatter / parodia, diretto dall’icona hard rock Rob Zombie, e noi spendiamo sette euro ed un venerdì sera melanconico per andarcelo a vedere. Risultato? Molto meno peggio di quello che credevamo! Sia ben chiaro, mai mi sentirei di indirizzare chiunque mi chieda un consiglio ad un’opera del genere, ma resta il fatto che alla fine della proiezione quasi quasi mi sono divertito, e di sicuro non ho rimpianto i soldi del biglietto ed il tempo perduto, come in ben altre occasioni.
La casa dei 1000 corpi è delirio quasi totale, in assenza cosciente di qualsiasi regola ed organizzazione. La trama è inutile: forse potrebbe somigliare ad uno scimmiottamento pretestuoso di Non aprite quella porta, ma volervi trovare questo rimando significherebbe dotare lo script di una seppur minima logica, quindi ci asteniamo dal sostenere tale ipotesi. La messa in scena è una desolante miscela di rozzezza ed incapacità, condite da fiumi di incoerenza estetica. Gli attori non ci sono. Il resto è bassa manovalanza, gestita e costruita all’insegna dell’effettaccio e del gore più pacchiano.
Eppure il film ha un suo fascino, perché riesce a superare le regole di qualsiasi decenza cinematografica e perciò si lascia “gustare” (passateci il termine) con gioiosa insofferenza, infarcito di ostentate citazioni “basse” ed anarchicamente votato al cattivo gusto, allo sberleffo malato, alla misoginia sadomasochistica. Insomma, La casa dei 1000 corpi si propone come spettacolo borderline, volutamente sgangherato ma dotato di una strana ed ottusa vitalità, che emerge in maniera incontrollata quando meno te lo aspetti. Impossibile da promuovere sotto il profilo squisitamente cinematografico, ma difficile allo stesso tempo bocciarlo, perché dopo aver visto centinaia di pellicole senz’anima non possiamo non riconoscere che questo film ne ha una.
Anche se del tutto malata.